Su “Intervento nella società” il ruolo dei cattolici e il Piano Mattei per l’Africa del governo Meloni

12 Ott 2023 12:34 - di Leo Malaspina

La straordinaria attualità del rapporto tra Occidente e Africa, dal tema dei conflitti a quello delle migrazioni, è al centro del nuovo numero del trimestrale “Intervento nella società” diretto da Riccardo Pedrizzi e dedicato nel suo corpo centrale all’anali del Piano Mattei annunciato dal governo Meloni, con analisi di esperti, politici ed economisti.

Su “Intervento nella società” si parla di cattolici e di Piano Mattei per l’Africa

L’editoriale di Riccardo Pedrizzi, però, è dedicato alla questione dei cattolici nella società e della necessità di un loro impegno più stringente su temi sui quali il Vaticano e il Pontefice hanno segnato un percorso chiaro e impegnativo da seguire, come sulle trattative per la ricerca della pace nel conflitto in Ucraina e, proprio alla luce delle ultime notizie, anche sul fronte mediorientale. Pedrizzi denuncia un “disimpegno” e una “timidezza” a fronte dell’impegno assunto da Papa Francesco sul proscenio mondiale e chiede alla comunità cattolica, agli enti, alle associazioni, a tutti i fedeli, uno sforzo maggiore in sostegno della sua opera di mediazione sui fronti di guerra. “Ma quando persino i vertici di associazioni laicali di carattere ecclesiale, che dicono di ispirarsi, di uniformarsi e di annunciare nella loro vita e, sopratutto, nell’economia e nella finanza, i valori della Dottrina sociale della Chiesa, tradiscono questo grande patrimonio di pensiero e di saggezza o perché non lo conoscono affatto o perché in mala fede per meschini interessi personali o di categoria, allora c’è veramente da preoccuparsi. Quando vengono a mancare questi residui punti di riferimento, il mondo cattolico rischia di muoversi in ordine sparso e di andare addirittura veramente allo sbando”. Di unità nazionale, e patriottismo difensivo, parla invece l’ex vice presidente del Senato Domenico Fisichella, in funziona della complessa situazione geopolitica: “Il primo dovere di uno Stato degno di questo nome è oggi il rafforzamento degli strumenti di difesa, ivi inclusi quei meccanismi di vario ordine, a cominciare dalla coscienza civile, che debbono indurre ad un idem sentire de re publica, faccenda assai diversa dai localismi nei quali sempre più si vengono concentrando le attenzioni e gli interessi di troppa parte di quella che una volta si definiva come ‘classe politica’, e che ora non si capisce bene, o si capisce troppo bene, in base a quali criteri viene selezionata o, forse, raccattata”.

Il parere degli esperti sulle strategie del governo

Di Piano Mattei per l’Africa e di Congo parla l’economista Giulio Sapelli, secondo cui “un grande ruolo potrebbe svolgerlo il nostro presidente del Consiglio, assumendosi il compito di contribuire alla costruzione di classi di governo”. “Il Piano Mattei è uno slogan che va riempito. Comunque la soluzione al caos del Niger non è in Niger, è in Congo. Non illudiamoci di poter fare a meno della Francia in Africa…”.
L’ex sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, ritiene che il Piano Mattei sia l’inizio di “una strategia italiana imperniata sul Mediterraneo, il riconoscimento da parte di questa Europa delle tematiche concernenti il suo confine Sud, del ruolo di leadership mediterranea dell’Italia riconosciuto e sostenuto dagli Stati Uniti. Fondamentale l’idea che “PRIMA VENGONO LE PERSONE E POI GLI STATI”. Si sente la lezione di papa Francesco, ma anche l’insegnamento di Benedetto XVI con il suo ‘diritto a non emigrare’”. Per Lucio Planera, un Piano Mattei servirebbe anche all’Italia e “alla Meloni va augurato di ripartire dalla grande lezione di Enrico Mattei e, come lui, di realizzare uno Stato innovatore che attraverso un ente pubblico di coordinamento delle partecipate possa favorire la crescita di centri di ricerca e sviluppo in tutte le Regioni”.
Da segnalare anche articoli sulla riforma del fisco finalmente “non nemico” di Massimo Garavaglia , di Erika Stefani sull’autonomia differenziata che non danneggerà il Sud e un’analisi sulla denatalità che frena la crescita di Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali.

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