Mutui casa, la mannaia infierisce sul Sud: tassi record in Calabria e Molise. Le rate più alte a Catanzaro. Tutti i dati

5 Ott 2023 19:14 - di Redazione
mutui casa

La mannaia dei tassi d’interesse sui mutui incombe sulla testa degli italiani, ma secondo gli ultimi dati Bankitalia elaborati dalla Fabi, infierisce più ferocemente al sud che al nord del Bel Paese. Secondo l’analisi del sindacato, infatti, il tasso medio sui nuovi mutui, rilevato a giugno, è superiore al 6% in quattro Regioni: record in Molise (6,25%), seguito da Calabria (6,23%), Sicilia (6,14%) e Campania (6,02%). Maglia rosa del risparmio, invece, all’Emilia Romagna, dove il tasso è al 4,03%. Con il Lazio che segue a breve distanza al 4,23%. Più di 2 punti percentuali di differenza.

Mutui casa: in Calabria e Molise tassi record, interessi più bassi in Emilia-Romagna

Una fotografia, quella scattata dallo studio e illustrata dall’Adnkronos, che rivela un’Italia a macchia di leopardo, in cui Catanzaro spicca fra i principali capoluoghi di regione italiani, come la città in cui i mutui per comprare casa costano di più. E allora, per un finanziamento da 150.000 euro della durata di 25 anni, si paga una rata mensile di 1.000 euro. Ossia, ben 200 euro in più rispetto agli 800 euro che si pagano a Bologna. Il tasso d’interesse medio praticato dalle banche in Calabria è pari al 6,23%. Giusto a un soffio dal 6,25% del Molise, che detiene il record in Italia. Mentre, spostandosi più in sù, in Emilia-Romagna gli interessi applicati ai prestiti immobiliari sono del 4,03%: i più bassi in Italia.

Lo studio della Fabi secondo gli ultimi dati Bankitalia

Un quadro che mette nero su bianco la tagliola sui conti degli italiani che la Fabi – in un documento illustrato oggi dal segretario generale Lando Maria Sileoni a Mattino Cinque su Canale 5 – ha rilevato tra dati e comparazioni. Sottolineando come oltre al Molise, il tasso medio sui nuovi mutui, rilevato a giugno scorso sulla base delle statistiche della Banca d’Italia, è superiore al 6% anche in altre tre regioni: Calabria (6,23%), Sicilia (6,14%) e Campania (6,02%). Ma se la morsa si stringe in alcune regioni, allenta leggermente la sua presa in altre. E allora, secondo i dati che la Fabi ha snocciolato, sono invece sei le regioni con il tasso d’interesse medio sui prestiti immobiliari inferiore al 5%: Piemonte (4,68%). Valle d’Aosta (4,55%). Friuli-Venezia Giulia (4,50%). Lombardia (4,48%). Lazio (4,24%) ed Emilia-Romagna (4.03%).

Mutui casa, il report nel dettaglio: ecco i dati regione per regione

Altre 10 regioni, poi, si posizionano nella forchetta tra il 5% e il 6%: Puglia (5,91%). Basilicata (5,87%). Abruzzo (5,65%). Sardegna (5,61%). Liguria (5,57%). Umbria (5,50%). Veneto (5,33%). Toscana (5,21%). Marche (5,20%). Trentino-Alto Adige (5,09%). Non solo. Come enunciato già nell’incipit, fra i principali capoluoghi di regione italiani, è dunque Catanzaro la città dove un finanziamento per l’acquisto di un immobile viene concesso con le condizioni peggiori per la cliente. Vediamo allora qualche esempio esplicativo. Nel caso di un mutuo da 150.000 euro della durata di 25 anni, infatti, la rata mensile è pari a 1.000 euro contro gli 800 euro pagati a Bologna, dove si registrano i costi più bassi d’Italia.

Mutui, a Catanzaro le condizioni peggiori per i clienti. A Bologna i costi più bassi d’Italia

E ancora. Fra le altre grandi città, a Milano la rata mensile è di 841 euro. A Roma di 821 euro. Mentre a Napoli di 980 euro. E a Torino di 859 euro. Infine, Firenze si attesta su una rata da 906 euro. I dati si riferiscono ai prestiti a tasso fisso, in questo momento più conveniente rispetto al “variabile”: ciò perché il mercato ritiene che il livello del costo del denaro sia vicino al picco e, pertanto, ipotizza una discesa nel breve periodo. Ovvero due o tre anni, sia del tasso di riferimento, sia del livello dell’inflazione. Consequenzialmente, si ipotizza una discesa anche per quanto riguarda gli interessi su mutui e prestiti. Ragion per cui il tasso variabile potrebbe essere meno vantaggioso, in prospettiva, per la banca che eroga un finanziamento.

La differenza di convenienza tra tasso variabile e tasso fisso

L’inversione della curva dei tassi, spiega in conclusione l’Adnkronos sulla base dell’analisi Fabi, si è verificata l’ultima volta nel 2008, nel periodo della crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti e del fallimento Lehman Brothers, prima ancora in occasione delle recessioni del 1990 e del 2001. L’andamento dei vari tipi di interessi è legato alle aspettative dei mercati rispetto a due indici interbancari: l’Euribor, utilizzato per i mutui a tasso variabile. E l’Irs (interest rate swap) per quelli a tasso fisso.

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