Milano, il Gip boccia 140 richieste di arresti: “Nessun patto tra mafie”. La Dda fa ricorso al Riesame
Per il gip di Milano Tommaso Perna non esiste in Lombardia nessun presunto “patto” tra le tre principali organizzazioni criminali del nostro Paese – mafia, ‘ndrangheta e camorra -; come invece sostenuto nell‘inchiesta coordinata dalla Dda milanese. Una tesi che ha portato il giudice a respingere 140 richieste di arresti per i 153 indagati e a disporre il carcere solo per 11 persone accusate di diversi reati, ma non per associazione mafiosa. La Dda ha fatto ricorso al Riesame per le richieste di custodia cautelare respinte.
Cosa nostra, ‘Ndrangheta e Camorra, 153 richieste di arresti
L’operazione dei Carabinieri dei Comandi Provinciali di Milano e Varese di questa mattina ha portato alla esecuzione di 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere, al sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 225 milioni di euro ed alla notifica dell’avviso di conclusione indagini nei confronti di 153 indagati. La complessa attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ha riguardato un contesto criminale operante prevalentemente nel territorio lombardo: in particolare tra la città di Milano, la città di Varese e le rispettive province. Un contesto formato da soggetti legati, secondo gli investigatori, alle “tre diverse organizzazioni di stampo mafioso: cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra. Sistema mafioso lombardo che gestisce risorse finanziare, relazionali ed operative, attraverso un vincolo stabile tra loro; caratterizzato dalla gestione ed ottimizzazione dei rilevanti profitti derivanti da sofisticate operazioni finanziarie realizzate mettendo in comune società, capitali e liquidità”. Nelle operazioni, tra cui 60 perquisizioni, sono impegnati più di 600 Carabinieri sull’intero territorio nazionale.
Il gip di Milano convalida solo 11 arresti ma non per associazione mafiosa
Della “alleanza” tra le mafie in Lombardia aveva parlato, lo scorso agosto, anche il procuratore di Milano Marcello Viola durante un’audizione alla commissione antimafia. Recenti inchieste, aveva detto, “hanno evidenziato accordi stabili e duraturi tra ‘ndrangheta, criminalità siciliana e quella di stampo camorristico”. Fenomeno questo “particolarmente allarmante in quanto” dà solidità a “una rete trasversale”; che opera soprattutto nel “settore del riciclaggio”. Dinamiche mafiose che, aveva spiegato Viola, “definiscono un network che si salda su interessi concreti”. La nuova inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dal pm della Dda Alessandra Cerreti, verte proprio su questo presunto “patto” tra mafie. Ma le accuse di associazione mafiosa sono state tutte smontate nell’ordinanza del gip Perna.
La Direzione Distrettuale Antimafia punta sul Riesame
La Dda milanese ora punta tutto sul Riesame – ricostruisce Rainews-. E proverà a portare a processo gli oltre 150 indagati. L’ordinanza del gip era stata depositata nelle scorse settimane e gli inquirenti però, hanno deciso di ricorrere prima al Riesame e di chiudere le indagini contestualmente all’esecuzione dei pochi arresti accolti dal giudice. Nell’ultima relazione semestrale la Dia aveva scritto, tra l’altro, che in Lombardia i “sodalizi mafiosi sarebbero ‘scesi a patti’ per assicurare alle aziende affiliate una sorta di rotazione nell’assegnazione dei contratti pubblici; pilotando le offerte da presentare e contenendo anche le offerte al ribasso degli oneri connessi”.