ll racconto di una 16enne scampata alla razzia di Hamas: barricata in casa per 7 ore e fuori l’apocalisse

9 Ott 2023 17:14 - di Prisca Righetti
Hamas

Lo scempio inferto alla 22enne tedesca Shani Louk, rapita dai terroristi di Hamas e mostrata inerte e seminuda su un pickup dove il manipolo di miliziani di Hamas che l’ha rapita la espone come fosse un bottino di guerra da ostentare e rivendicare. Lo sguardo terrorizzato e perso di Noa, strappata al suo fidanzato e portata in via in moto da quel rave nel deserto diventato un incubo senza ritorno per un numero drammaticamente imprecisato di giovani, sono i volti dell’orrore.

Shani, Noa e le altre vittime di Hamas: il volto del massacro

Nei loro occhi, il riflesso di un massacro esploso all’improvviso. Un incubo che ha catapultato decine e decine e decine di giovani, anziani, donne e bambini, in una spirale di atrocità e di dolore senza fine. Sono loro i volti della tragedia, drammaticamente in corso, degli ostaggi sequestrati dai terroristi di Hamas. Mentre la 16enne Rotem Shahar, invece, è una delle voci del racconto di chi è riuscito a scampare al peggio…

La 16enne Rotem scampata al peggio

Rotem Shahar ha 16 anni e la mattina di sabato, nella giornata dell’attacco di Hamas contro Israele, prima che fosse «svegliata dai razzi alle 6 e 30», immaginava che quello per lei sarebbe stato un giorno di festa e di svago. Immaginava di uscire con i suoi amici, ma quel giorno, dice oggi, «i miei amici sono stati rapiti e portati a Gaza. Di loro non so più nulla. Posso solo sperare che siano vivi e che stiano bene»…

Barricata in casa per 7 ore con la madre

Fuggita dal Kibbutz di Or Hanar, nel sud di Israele, Rotem racconta all’Adnkronos di essersi salvata restando barricata in casa insieme alla mamma «per più di 7 ore per paura che ci fossero i terroristi nel kibbutz». Terroristi che, invece, quella stessa mattina avevano raggiunto il luogo dove si trovavano suo fratello minore, 14 anni, e suo padre.

Il padre ferito dai terroristi di Hamas in strada

«Il mio fratellino era andato a fare gli allenamenti di calcio nella zona di Kfar Aza, quando a un certo punto sono arrivati i terroristi. Mio padre ha avuto la prontezza di salire in macchina ed è a quel punto che gli hanno sparato», racconta Rotem. «Grazie a Dio mio padre, anche se ferito, è riuscire a guidare, più velocemente che poteva, e a raggiungere un ospedale dove sono stati medicati. Ora stanno bene», prosegue la giovane. Che riprendendo il suo drammatico racconto, aggiunge: «Alle 7, poi, ci hanno telefonato per avvisarci di quello che era accaduto. Ed è stato terribile»…

«Il Kibbutz ridotto in uno stato che mai avremmo potuto pensare»

Le Forze della Difesa israeliana hanno deciso di evacuare il Kibbutz di Or Hanar, dove Rotem vive con la famiglia. Ricordando i momento dell’evacuazione, la 16enne racconta che «quando siamo usciti di casa per scappare abbiamo avuto davanti agli occhi una situazione inimmaginabile. C’era fumo dappertutto, c’era un odore fortissimo di bruciato. E il nostro Kibbutz era stato ridotto in uno stato che mai avremmo potuto pensare».

«Le donne violentate, i bambini maltrattati: è stato compiuto un massacro»

Ma quello che fa più male è che «le donne risultano disperse. Sono state violentate, i bambini maltrattati, è stato compiuto un massacro». Persino «un bambino di sei mesi e la sua mamma sono stati rapiti da Hamas», racconta Rotem. Che poi lancia un disperato appello: «Per favore, aiutateci, ci sono soldati, combattenti e civili che hanno bisogno di aiuto. Di cibo. E di acqua. Per favore aiutateci»…

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