Lavoro, partecipazione e Dottrina sociale della Chiesa: la ricetta dell’Ucid nel forum di Lamezia Terme
“Tras-formare il capitale umano per sbloccare il potenziale del Paese. Istituzioni, Chiesa e Imprese alla prova di un nuovo patto per il lavoro dignitoso e lo sviluppo sostenibile”. Questo il tema della due-giorni di Lamezia Terme, su iniziativa della Fondazione Antonio Emanuele Augurusa, Ucid nazionale, Ucid Movimento Giovani, Ucid Calabria e Conferenza episcopale italiana, con il Patrocinio della Regione Calabria, della Provincia di Catanzaro e del Comune di Lamezia Terme.
Un documento per il lavoro dignitoso
Nel corso dei lavori è stata prevista la sottoscrizione di un documento con il quale istituzioni, enti ecclesiali, imprese, organizzazioni sindacali, terzo settore e comunità accademica si impegneranno a sostenere e promuovere condizioni lavorative dignitose per lo sviluppo della famiglia, dell’ambiente e della sostenibilità intergenerazionale e ad istituire piattaforme di coordinamento e confronto nazionale e territoriale per individuare soluzioni condivise volte a facilitare l’incontro tra domanda e offerta del lavoro”. All’evento, al quale hanno partecipato, tra gli altri, il cardinale Matteo Maria Zuppi, ministri e Rettori degli Atenei calabresi e dei sindaci dei Comuni capoluogo del territorio, il senatore Riccardo Pedrizzi, presidente del Cts nazionale dell’Ucid (Unione cristiana imprenditori e dirigenti) ha svolto un intervento incentrato sull’analisi delle attuali dinamiche salariali.
Pedrizzi (Cts Ucid): “Ragionare sulla differenziazione dei salari nord-sud”
“Oggi in Europa, soltanto la Grecia in termini di crescita e di produttività, sta peggio dell’Italia. E’ cruciale, dunque, che gli aumenti salariali a copertura dell’inflazione siano accompagnati da guadagni di produttività sufficienti ad evitare un’erosione della redditività di impresa a danno della propensione ad investire o a un innalzamento del costo del lavoro che andrebbe ad alimentare le pressioni inflazionistiche, come ha sottolineato recentemente anche Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia, seguendo la tesi, la riflessione e le sempre attuali argomentazioni ripetutamente proposte dal suo precedessore Antonio Fazio. Quello che occorre per un recupero del potere d’acquisto è una crescita più sostenuta della produttività. Ecco perché – ha spiegato Pedrizzi – in certe condizioni la diminuzione del costo del lavoro proporzionalmente al costo della vita può essere molto favorevole all’occupazione soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia, perché tale politica è in grado di aumentare la produttività e quindi di favorire la bilancia dei pagamenti aumentando esportazioni e, di conseguenza, investimenti e occupazione, anche in funzione del recupero di competitività del Centro-Sud d’Italia con quella del Centro-Nord. Certo non si possono più riproporre le vecchie “gabbie salariali” ma si può prevedere una differenziazione significativa dei salari che tenga in considerazione il costo della vita e la produttività”.
“A questa politica poi occorrerebbe aggiungere significativi incentivi per coinvolgere sempre più i lavoratori nella gestione dell’impresa, anche per realizzare quanto previsto dell’Articolo 46 della nostra Carta Costituzionale: la partecipazione, oltretutto, è un sistema previsto e suggerito sempre dalla Dottrina Sociale della Chiesa e dalla migliore tradizione giuslavoristica nazionale”, conclude Pedrizzi.