Il reddito di cittadinanza per pagare la droga: l’ultimo scandalo emerge da un blitz nel Siracusano
C’era anche chi usava la card del reddito di cittadinanza per pagare la droga tra i clienti dei pusher arrestati in un blitz antidroga eseguito dai Carabinieri ad Augusta, nel Siracusano. L’operazione, che ha portato all’arresto di sei persone e al divieto di dimora per una settima, ha consentito di smantellare quella che gli inquirenti hanno definito “una piazza di spaccio diffusa”, che aveva soppiantato una vecchia banda sgominata nel 2022 a seguito di un’operazione che aveva portato a 16 arresti.
I carabinieri: “Emerge uno spaccato inquietante del mondo della tossicodipendenza”
“Dall’attività di indagine emerge uno spaccato inquietante del mondo della tossicodipendenza ad Augusta e non solo”, hanno spiegato gli investigatori dell’Arma, che hanno appurato come i pusher usassero metodi molto violenti per recuperare il denaro non versato dai loro clienti o “colleghi”. Le indagini hanno permesso di accertare che un numero considerevole di giovani e meno giovani, uomini e donne, trascorrevano gran parte della giornata alla ricerca frenetica di droga, chiamando ripetutamente il loro spacciatore di fiducia anche per più cessioni nella stessa giornata.
La card del reddito di cittadinanza consegnata ai pusher per pagare la droga
La consegna dello stupefacente avveniva spesso in strada e i contatti con i clienti in luoghi affollati. In alcuni casi la banda utilizzava le cassette condominiali delle lettere come luogo di scambio tra soldi e droga. Diversi i retroscena che sono emersi nel corso delle indagini, dal fatto che c’era anche chi con il pusher aveva instaurato una vera e propria relazione sentimentale, con messaggi continui durante il giorno per ottenere la droga, alla prassi di alcuni acquirenti di utilizzare per come garanzia per i pagamenti anche la card del reddito di cittadinanza, consegnando allo spacciatore il numero del Pin in modo che potesse prelevare in autonomia il denaro dopo la ricarica mensile da parte dello Stato.
Le violenze per i debiti non saldati
Verso chi non saldava il debito, poi, la soluzione passava dalla violenza. Anche se a essere debitore era un altro pusher. “I rapporti tra gli indagati non erano buoni. I sette – hanno spiegato i militari – a volte acquistavano lo stupefacente tra loro anche indebitandosi e in almeno un caso uno degli indagati è arrivato ad aggredire un correo con calci e pugni per farsi restituire 1300 euro di stupefacente non pagato”.