Hamas impone agli abitanti di restare a Gaza: barriere e posti di blocco per impedire la fuga (video)

13 Ott 2023 12:21 - di Laura Ferrari
Gaza città, Hamas

«Hamas sta erigendo posti di blocco e barriere per impedire agli abitanti di lasciare Gaza»: lo ha affermato il portavoce militare di Israele Danie Hagari in una conferenza stampa. «Hamas è peggio dell’Isis, aggiungendo che «ora ha gettato la maschera». Richiesto se nel contesto della evacuazione forzata degli abitanti di Gaza Israele si asterrà comunque dal colpire gli ospedali, Hagari ha risposto: «Faremo del nostro meglio per non colpire località sensibili. Ma in passato Hamas ha sfruttato ospedali, scuole e moschee come scudi per difendere le sue infrastrutture militari».

Hamas lancia i razzi dai tetti delle case dei civili di Gaza

Centinaia di razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso Israele, secondo un giornalista dell’AFP, mentre l’esercito israeliano continua a bombardare. Nel giro di un quarto d’ora è stata lanciata una raffica di razzi, secondo il giornalista. Hamas usa i tetti delle case a Gaza come siti di lancio di droni ostili. Lo ha detto il portavoce militare israeliano secondo cui l’aviazione ha colpito decine di questi luoghi di lancio. «Questa – ha detto – è un’ulteriore prova che Hamas usa deliberatamente edifici civili a scopo militare».

Gaza, allarme dell’Oms: evacuare gli ospedali è un rischio mortale per molti pazienti

Le autorità sanitarie locali di Gaza hanno intanto informato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che non è possibile evacuare i pazienti vulnerabili dagli ospedali nel nord della Striscia di Gaza. «Ci sono persone gravemente malate le cui ferite significano che la loro unica possibilità di sopravvivenza è il supporto vitale, come i ventilatori meccanici», ha detto il portavoce dell’Oms Tarik Jasarevic. «Quindi spostare quelle persone è una condanna a morte. Chiedere agli operatori sanitari di farlo è oltremodo crudele». Anche Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, spiega che «gli ospedali di Gaza sono a un punto di rottura. Senza l’immediato ingresso degli aiuti, i servizi sanitari essenziali si fermeranno. Ho visitato Gaza nel 2018. L’accesso alle cure era già difficile. So in prima persona che un’evacuazione di massa nel sud dell’enclave sarebbe disastrosa – per i pazienti, gli operatori sanitari e altri civili lasciati indietro o coinvolti in un movimento di massa pericoloso e forse mortale. Chiediamo l’annullamento della decisione».

Caritas Gerusalemme vede tra gli sfollati a Gaza anche membri del suo personale. È quanto riferisce Caritas Italiana che fa il punto sulla situazione. La Caritas locale «si sta preparando a intervenire a sostegno della popolazione colpita non appena sarà possibile». Caritas Italiana, assicura il direttore don Marco Pagniello, «continuerà a dare il suo contributo in attività di carattere umanitario, in progetti volti allo sviluppo integrale della persona, nella promozione di giustizia, pace e riconciliazione. La giornata di digiuno e preghiera del 17 ottobre ci aiuta a riflettere sulle fonti dell’odio e a promuovere una pedagogia del reciproco ascolto e dell’incontro».

 

 

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