Dl Caivano, l’ok del Senato con 90 voti a favore. Gasparri tuona sull’ostruzionismo “vergognoso” delle opposizioni

27 Ott 2023 13:24 - di Redazione
Dl Caivano

Dl Caivano, l’Aula di Palazzo Madama ha votato: e con 90 voti favorevoli, 45 contrari e nessun astenuto, ha approvato la fiducia posta dal Governo sul disegno di legge di conversione del decreto 123/2023 sul contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile. Nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale. Il provvedimento ora passa all’esame della Camera, dove sarà all’esame dell’aula a partire dal 6 novembre.

L’Aula del Senato ha votato la fiducia al Dl Caivano

La decisione dell’esecutivo di porre la questione di fiducia sull’approvazione del disegno di legge era stata comunicata in aula questa mattina. A porre la richiesta a nome del governo ha provveduto il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Una decisione arrivata al termine dell’esame del disegno di legge di conversione del decreto 123/2023 al via ieri con le relazioni di Alberto Balboni (FdI) e Pierantonio Zanettin (FI), dopo che le commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia lo avevano licenziato.

Dl Caivano, 90 voti a favore, 45 contrari e nessun astenuto

Il provvedimento del governo, come noto, include un piano di interventi infrastrutturali e di riqualificazione del Comune di Caivano e un commissario straordinario per la sua attuazione. Come enucleato fin dalla bozza, che rimanda dalle prime battute alla necessità urgente di «fronteggiare le situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile» che insistono su quel territorio. E su cui con il Dl votato oggi in Senato, contribuire a segnare e definire con una serie di interventi infrastrutturali, di rilancio e riqualificazione, la svolta affidata a risposte concreta. Una sostanziale e improcrastinabile inversione di rotta dopo anni di fumose parole dei governi precedenti dinanzi a situazioni di disagio evidente.

Dl Caivano, Gasparri: «Da opposizioni ostruzionismo pretestuoso e vergogna»

Tra i primi a commentare i lavori del Senato di questa mattina, allora, è intervenuto il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, che nel replicare a quello che ha definito un ostruzionismo pretestuoso e vergognoso messo in campo dalle opposizioni, ha sottolineato: «Dopo la lunga e doverosa discussione in Commissione sul decreto, abbiamo chiesto alle opposizioni di concentrare il dibattito in Aula sulle questioni più importanti, in modo da poter entrare nel merito delle proposte. Invece ci troviamo con 340 emendamenti. Una procedura chiaramente ostruzionistica e pretestuosa, di fronte alla quale la fiducia è più che giustificata. Perché Caivano è urgente, la legalità è urgente».

«L’opposizione è stata talmente impegnata ad urlare che non ha avuto il tempo di leggere il testo»

Non solo. Intervenendo in Aula durante le dichiarazioni di voto sul dl Caivano, il senatore Gasparri ha anche aggiunto: «In questo decreto non ci sono solo norme penali – ha proseguito l’esponente azzurro – si parla di istruzione. Di sport. Legalità. Famiglie». Non solo: «Il governo interviene più sulle scuole che sui commissariati di Polizia – incalza Gasparri – ma l’opposizione è stata talmente impegnata ad urlare che non ha avuto il tempo di leggere il testo. D’altro canto, un genitore che sottrae il figlio alla scuola va punito severamente, non incoraggiato come vorrebbe la sinistra».

Gasparri alle opposizioni: «C’è un limite alla menzogna»

Quanto alle critiche delle opposizioni per le cosiddette “passerelle” del governo a Caivano, Gasparri ha osservato: «C’è un limite alla menzogna. Tutti i giorni i ministri vanno a Caivano a dare attuazione alle norme del decreto. E le ruspe delle forze armate hanno già iniziato la demolizione e la ricostruzione del centro sportivo». Quindi, il senatore forzista si è tolto anche un altro sassolino dalla scarpa: quello della replica a Roberto Saviano. Al quale Gasparri ha mandato a dire:

Gasparri: «Il decreto non piace a Saviano? Ce ne faremo una ragione»

«Se questo decreto non piace a Saviano ce ne faremo una ragione. Ha detto che va via dall’Italia? Pazienza, resteremo comunque in un numero sufficiente per mandare avanti questo Paese. Io poi di questi “partenti” ne leggo tanti. Appena vince il centrodestra, c’è un elenco di annunci di partenze. Quando vinceva Berlusconi, tanti a dire “Vado via”. Ora c’è la Meloni, “Vado via ancora prima”. Poi però restano tutti qua. E noi ne siamo contenti, perché l’Italia è un gran bel Paese e oggi è ben governato. Poi chi vuol viaggiare viaggi. Chi vuol restare, resti. Ognuno è libero» ha chiosato tra indignazione e ironia il senatore, chiudendo – per il momento – la questione…

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