Depistaggio Borsellino, inizia il processo in Appello. Il Pg: “Il Sisde è il convitato di pietra”
E’ iniziato, davanti alla Corte d’Appello di Caltanissetta presieduta da Giovambattista Tona, il processo di secondo grado sul depistaggio Borsellino riguardo le indagini sulla strage di via D’Amelio: in cui furono uccisi, il 19 luglio del 1992, il giudice e cinque agenti della scorta. Imputati i tre poliziotti accusati di concorso in calunnia aggravata dall’avere agevolato Cosa nostra, Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei. A rappresentare l’accusa è il neo Procuratore generale Fabio D’Anna con i sostituti procuratori generali Antonino Patti e Gaetano Bono. E’ stato, invece, applicato dalla Procura anche il pm Maurizio Bonaccorso, che ha rappresentato l’accusa in primo grado, dopo l’addio di Stefano Luciani e Gabriele Paci, andati rispettivamente a Roma e Trapani.
Depistaggio Borsellino, il Pg: “Non si può escludere il ruolo del Sisde”
“Il vero convitato di pietra di questo processo è il personale dei servizi segreti”. Sono le parole del sostituto procuratore generale di Caltanissetta Gaetano Bono.”Tutte le condotte sono state commesse con l’apporto decisivo dei Servizi segreti“, dice ancora il magistrato, che rappresenta l’accusa. “Quindi, anche gli odierni imputati, hanno agito sotto la gestione La Barbera (ex Questore di Palermo nel frattempo deceduto ndr) – prosegue Gaetano Bono -. Non si può escludere il ruolo che il Sisde ha avuto negli anni”. E aggiunge: “Dopo 31 anni ci sono ancora zone d’ombra sulla strage di via D’Amelio e questo processo cercherà di dipanare alcune di queste zone d’ombra”.
Depistaggio Borsellino: i tre poliziotti imputati in aula
Nella sentenza di primo grado, emessa il 12 luglio del 2022, era caduta l’aggravante mafiosa per due dei tre poliziotti imputati: prescritti i reati per Mario Bo e Fabrizio Mattei, mentre Michele Ribaudo era stato assolto. I tre poliziotti sono presenti in aula, accompagnati dai loro legali. Presenti anche due delle parti civili del processo di primo grado, Gaetano Murana e Giuseppe La Mattina, ingiustamente condannati all’ergastolo, dopo le accuse false dell’ex pentito Vincenzo Scarantino. Assenti, invece, i figli del giudice Borsellino, Lucia, Manfredi e Fiammetta. Lucia ha di recente reso importanti dichiarazioni in audizione alla commissione Antimafia: Un “buio istituzionale” avvolge “la vicenda della sottrazione dell‘agenda rossa che aveva mio padre il giorno della strage”. Parole pesanti, tanti i perché sollevati, che da troppo tempo rimangono senza risposta. Si spera che dal processo di Caltanissetta giunga nuova luce.