Tumulata all’alba nel cimitero blindato la salma di Messina Denaro. Il vescovo: “La Chiesa sta con le vittime”
In un’atmosfera surreale – il cimitero di Castelvetrano, in provincia di Trapani – si sono svolti i funerali laici del boss Matteo Messina Denaro morto lunedì notte all’ospedale dell’Aquila, dove si trovava ricoverato in detenzione, a causa di un tumore al colon che stava cercando di curare e che gli è stato, invece, fatale.
La bara, come stabilito dalla Questura di Trapani, non ha attraversato la città di Castelvetrano in corteo, ma ha raggiunto direttamente il cimitero.
Il feretro, partito dall’Aquila ieri sera al termine dell’autopsia eseguita nell’ospedale abruzzese, su ordine delle Procure dell’Aquila e di Palermo, è giunto al cimitero di Castelvetrano, blindato da ieri, dopo un sopralluogo degli agenti della Questura di Trapani.
Le prime ad arrivare al cimitero di Castelvetrano sono state le sorelle del boss Matteo Messina Denaro, Bice e Giovanna, con la nipote, l’avvocata Lorenza Guttadauro, nonché tutore del capomafia fino alla sua morte e che si è occupata in questi giorni delle molte procedure burocratiche.
Il cimitero era presidiato da decine di uomini delle forze dell’ordine, da carabinieri, polizia e guardia di Finanza che hanno tenuto a distanza le decine di giornalisti e operatori tv assiepati davanti dietro una transenna.
La figlia del boss, Lorenza Alagna, 26 anni, che qualche tempo fa ha chiesto di potere prendere il cognome del padre, è arrivata più tardi a bordo di un’auto: non le è stato consentito di vedere il padre dopo la sua morte.
L’unica che ha potuto vedere Matteo Messina Denaro, in quanto sua legale, è stata le nipote Lorenza Guttadauro.
Come disposto non ci sono stati i funerali ma la salma è stata tumulata direttamente al cimitero in un momento privato.
La Chiesa vieta i funerali per i mafiosi.
Come ha ribadito ieri anche il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Angelo Giurdanella: “in questo momento noi come Chiesa stiamo dalle parti delle vittime, stiamo dalla parte della giustizia, perché le persone che hanno subìto ogni forma di violenza atroce, fatta di morte, possano sentirsi accompagnati da processi urgenti che la società civile, forze dell’ordine, magistratura ma anche la comunità scolastica ed ecclesiastica deve avviare, per liberare questo territorio dalla cultura della sopraffazione, della prepotenza, della logica del più forte“.
E non c’è stata neppure la benedizione di un sacerdote, dato che in un pizzino il boss aveva espresso la volontà di rifiutare le esequie religiose.
Fra le persone presenti anche il cognato del boss, Vincenzo Panicola, marito della sorella Patrizia, che è attualmente detenuta in carcere, così come l’altra sorella, Rosalia.
Al cimitero anche il fratello del boss, Salvatore Messina Denaro che, con un mazzo di fiori gialli in mano, ha seguito a piedi il carro funebre, appoggiando una mano sul vetro:
Dopo l’ingresso della salma di Matteo Messina Denaro il cimitero è stato chiuso.
La tumulazione del boss Matteo Messina Denaro è durata pochi minuti. I parenti hanno lasciato poi il cimitero a bordo di tre auto.