Tragedia di Brandizzo, giallo sul nulla osta formale per l’avvio dei lavori sui binari

1 Set 2023 9:24 - di Roberto Frulli

L’unica cosa certa, al momento, è che i lavori sui binari del convoglio che a Brandizzo, alle porte di  Torino, ha ucciso 5 operai “sarebbero dovuti iniziare soltanto dopo il passaggio di quel treno” piombato sul gruppo all’improvviso, inatteso, ad una velocità di circa 100 chilometri orari, travolgendoli.

Sul quotidiano on line Fs news, Rete Ferrovisris italiana spiega che è questo ciò che prevede la procedura: “per quanto riguarda la velocità del treno investitore, le condizioni della linea gli consentivano in quel tratto di raggiungere una velocità massima di 160 km/h”, aggiunge la società.

La Procura di Ivrea ha aperto un fascicolo per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo, al momento a carico di ignoti sul disastro di Brandizzo.

E l’indagine per far luce sulla tragedia di Brandizzo porterà i magistrati ad acquisire, con il supporto di Polfer, tutta la documentazione relativa allo scambio di comunicazioni fra Rfi e la ditta assegnataria dell’appalto di manutenzione, la società Sigifer di Borgo Vercelli, da cui dipendevano i cinque operai travolti e uccisi dal convoglio di 12 vagoni vuoti piombati sul gruppo.

“Sotto indagine è il rispetto della procedura di sicurezza vigente”, spiega Rfi ricordando che a questo genere di interventi di manutenzione, che nello specifico riguardavano il cosiddetto armamento (binari, traverse, massicciata), vengono affidati “anche a imprese esterne qualificate e certificate, e si eseguono come previsto in assenza di circolazione dei treni”.

“Il cantiere può essere attivato, quindi, soltanto dopo che il responsabile della squadra operativa del cantiere, in questo caso dell’impresa, ha ricevuto il nulla osta formale ad operare, in esito all’interruzione concessa, da parte del personale abilitato di Rfi”.

La domanda allora a questo punto è una sola: se non ha ricevuto il nulla osta da parte di Rfi, perché il responsabile della squadra operativa del cantiere ha dato il via libera agli operai autorizzandoli ad iniziare i lavori sui binari nei pressi di Brandizzo proprio mentre stava sopraggiungendo, a tutta velocità, il treno che li avrebbe travolti sorprendendoli?

Il sindaco di Brandizzo ha parlato di “errore di comunicazione”. Insomma gli operai non dovevano essere lì in quel momento.

“Da notizie che ho avuto dagli operai presenti, pare ci sia stato un problema di comunicazione tra la squadra presente sul posto e chi doveva coordinare i lavori”, ha dichiarato il sindaco di Brandizzo, Paolo Bodoni.

La stessa Rete ferroviaria italiana che esprime “sgomento e profondo dolore per quanto accaduto e cordoglio alle famiglie delle vittime”, sottolinea di essersi “immediatamente attivata, insieme alle autorità competenti, alle quali sta offrendo il più ampio supporto e collaborazione, per ricostruire la dinamica e le cause del tragico incidente di Brandizzo, nel quale hanno perso la vita cinque operai di una ditta esterna appaltatrice dei lavori”.

Rfi dovrà mettere dunque a disposizione della magistratura non solo la documentazione relativa allo scambio di comunicazioni con la Sigifer ma anche le immagini delle telecamere presenti in zona.

L’area è dotata, infatti, di sistemi di videosorveglianza dalle cui registrazioni la Procura di Ivrea conta di acquisire importanti elementi per le indagini sulla tragedia.

I magistrati di Ivrea hanno già ascoltato, dopo le dimissioni dall’ospedale di Chivasso, dove erano stati ricoverat per dare loro il necessario supporto psicologico, i due macchinisti del treno, di 52 e 29 anni, entrambi residenti a Torino, che si sono trovati davanti, all’improvviso, i sette operai chini sul binario 1 e che hanno assistito, inermi, alla tragedia in diretta.

Dal punto di vista meramente formale c’è chi segnala che sul sito di Sigifer, l’azienda per cui lavoravano gli operai travolti, la obbligatoria certificazione relativa alla sicurezza sul lavoro risulta scaduta il 27 luglio scorso.

Sul sito ci sono documenti sulle certificazioni di “qualità, rispetto ambientale, sicurezza sul lavoro”. Una prima certificazione UNI ISO 45001:2018, spiega l’Agi, è la numero 29442 rilasciata da una società appartenente alla Cisq e ha una ultima emissione il 28 luglio del 2020 e una scadenza il 27 luglio 2023. Un secondo certificato, il numero IT-119334, ha stesse date di ultima emissione e di scadenza.

 

 

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