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Dalla Chiesa

Saviano, Dalla Chiesa demolisce il mito di “Gomorra”: «Non è più denuncia, ma profitto»

Politica - di Valerio Falerni - 25 Settembre 2023 - AGGIORNATO 26 Settembre 2023 alle 10:07

Prima la scomunica di don Patriciello, poi la carocchia di Vincenzo De Luca e, infine, la stroncatura servita ancora fumante da Nando Dalla Chiesa direttamente dalle colonne del Fatto Quotidiano. Tre colpi micidiali. Che fanno sorgere imperiosa (e spontanea) la domanda: che cosa sta succedendo a Roberto Saviano? Anzi, che cosa resterà di lui (come dei favolosi anni ’80) ora che il successo di Gomorra gli si sta impietosamente ritorcendo contro come un boomerang? Proprio così: prima l’omicidio a Napoli del giovanissimo Giambattista Cutolo ad opera di un suo coetaneo dei Quartieri Spagnoli, poi lo stupro di due cuginette a Caivano seguito da stese e altre amenità criminali, hanno convinto un po’ tutti che tra questa escalation malavitosa e la serie tv tratta dal best-seller del blindato scrittore (e non solo quella) vi sia più di un nesso. Era ora, ma come si dice: meglio tardi che mai.

Duro attacco di Nando Dalla Chiesa allo scrittore

E sì, perché è una vita che noi cavernicoli andiamo dicendo che spacciare per eroi omerici gli scissionisti di Secondigliano può, alla lunga, confondere le idee e far scambiare don Pietro Savastano per Menelao, Ciruzzo l’Immortale per il Pelìde Achille e le piazze di spaccio per le mura di Troia. Ma quelle dei cavernicoli, si sa, sono voci che gridano nel deserto. Vuoi mettere, invece, il rimbombo garantito da quella di un progressista come Dalla Chiesa? Non c’è storia. E allora benvenuto nella spelonca, caro professore, e buona… clava. Eccone un “saggio”: «Di fatto è successo qualcosa di straordinariamente interessante sul piano letterario-antropologico: in perfetta simmetria con “‘o sistema” della camorra (Sistema 1) è nato un sistema “Gomorra”, fondato sul primo (il Sistema 2). Il quale con il pretesto di denunciare la violenza dei clan e di applicare un nuovo realismo alla narrazione dei mali di Napoli e della Campania, ha fatto di quei mali (il Sistema 1, ndr) un romanzo in servizio permanente effettivo (…)».

Redditizia operazione mediatica

In compenso, infierisce Dalla Chiesa, «non c’è nessuna verità scomoda che venga denunciata dal Sistema 2». Già, come mai? «Diciamo piuttosto – spiega il professore – che il miraggio dei profitti ha trascinato verso esiti catastrofici una narrazione che agli inizi sapeva di coraggio e di denuncia». Mitico! Se abbiamo letto bene e se ancora meglio abbiamo capito, Dalla Chiesa ha appena scarnificato Gomorra della sua resistibile epopea per illuminarlo nella sua più appropriata (e un po’ livida) luce di indovinata operazione di marketing editoriale, seguita da un’altra ancor più colossale e lucrosa sul fronte della tv.

Dalla Chiesa: «Dalla serie tv propagazione irresponsabile»

Un abbaglio collettivo, di cui restò vittima lo stesso Dalla Chiesa. Tanto da inserire per alcuni anni Gomorra tra i testi consigliati nel suo corso in Sociologia e, come egli stesso racconta, da leggerne le pagine in piazza in segno di solidarietà con Saviano. C’è perciò da credere fino in fondo al suo odierno sconcerto: «Non potevo immaginare che da quelle emozioni solidali si sarebbe scatenata una progressione di cultura acritica e autocelebrativa che avrebbe rovesciato il senso di quella parola nel suo contrario. Gomorra non più come denuncia ma come propagazione irresponsabile». E redditizia per chi l’ha ideata, aggiungiamo noi. Amara, ma non rassegnata la conclusione del sociologo: «C’è bisogno di resettare tutto. Di guardarci tutti allo specchio, nessuno escluso». Compreso, ovviamente, Saviano: la campana di Dalla Chiesa suona soprattutto per lui. E non a festa.

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di Valerio Falerni - 25 Settembre 2023