Putin fa tornare la statua di Feliks di Ferro, il regista delle purghe staliniane e fondatore della Cheka
Tornano in Russia, per volere di Putin, i simboli del terrore sovietico. Da ieri infatti è tornata al suo posto la statua (una copia) di Feliks “di Ferro” Dzerzhinskij, lo spietato fondatore della polizia segreta sovietica Cheka e supervisore delle purghe staliniane che fecero 700mila vittime.
La statua originale abbattuta nel 1991
Il monumento al fondatore della Cheka è stato inaugurato vicino alla sede del Svr, i servizi esteri della Russia, per ricordare l’anniversario del compleanno di Dzerzhinsky. La statua originale era stata eretta davanti alla Lubjanka, il famigerato palazzo sede della polizia segreta dell’Urss. La statua fu abbattuta nei giorni del crollo dell’Unione sovietica. Uno dei libri in cui Enzo Biagi denunciava le vittime del comunismo aveva proprio questo sinistro titolo: Lubjanka.
Ma chi era Feliks “di Ferro” Dzerzhinskij?
Ma chi era Dzerzhinsky? “Un nobile di origine polacca – scrive La Stampa dando notizia del suo ritorno tra i simboli apprezzati dalla Russia di Putin – che era nato nell’attuale Bielorussia e era diventato uno dei simboli rivoluzionari assieme a Lenin, si avvicinò poi sempre di più a Stalin e ne divenne una specie di braccio armato, è l’uomo che viene ricordato come colui che creò il cosiddetto Terrore rosso tra il 1917 e il 1926″. Tragicomico il modo in cui il capo del Svr, Sergey Naryshkin, ha ricordato il capo del terrore russo dicendo che «sognava di creare un futuro basato sui principi di bontà e giustizia».
Non è la prima volta che a Mosca ritorna la questione della statua di «Feliks di Ferro». Lo racconta Tempi.it sottolineando che “ci aveva provato anche il sindaco Lužkov nel 2002, parlando dei meriti di Dzeržinskij nella lotta contro la criminalità e a favore dell’infanzia abbandonata”.
Il rito della Restituzione dei nomi
In verità “per decenni migliaia di vittime sono passate all’ombra di quella statua mentre venivano tradotte alla Lubjanka, prima tappa di un cammino verso la morte o verso il Gulag”.
Come sia possibile onorare la memoria di tale personaggio e far convivere il tutto con la giornata delle vittime della repressione comunista di Stalin, che si celebra il 30 ottobre, è difficile da comprendere. Le vittime vengono ricordate con un’iniziativa che si svolge proprio nella piazza della Lubjanka.
Lanciata nel 2006, è intitolata “Restituzione dei nomi“: dalle 10 del mattino alle 10 di sera, il 29 ottobre di ogni anno, gruppi di cittadini leggono a voce alta i nomi di persone uccise dalla repressione del regime sovietico, la loro età, la loro professione e il giorno dell’esecuzione, lasciando dei fiori su una roccia commemorativa proveniente dal gulag Slon creato nel 1923 alle isole Solovki, a 160 km dal circolo polare.