Perugia, spaccia in attesa che la figlia esca dalla scuola elementare: arrestato un tunisino
Era in attesa che la figlia che frequenta le elementari uscisse da scuola e ha pensato bene di ingannare il tempo mettendosi a spacciare: un tunisino residente a Perugia, con precedenti di polizia, è stato arrestato ieri pomeriggio dai carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Perugia perché ritenuto responsabile di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Il servizio di controllo del territorio, finalizzato proprio al contrasto dello spaccio di stupefacenti, in seguito anche a diverse segnalazioni che erano giunte ai militari da parte di alcuni cittadini delle zone limitrofe via Birago, ha consentito ai militari di fermare il tunisino che, mentre aspettava l’uscita della figlia dalla scuola primaria di quella via, si era messo a cedere la droga ad un acquirente, proprio di fronte all’Istituto frequentato dalla bambina.
I carabinieri hanno poi recuperato 12 grammi di hashish, 95 euro, probabile provento dell’attività di spaccio, oltre a diverso materiale utilizzato per il confezionamento degli stupefacenti.
In seguito all’arresto il tunisino è stato poi accompagnato presso il carcere di Capanne dove si trova ora a disposizione dell’Autorità giudiziaria mentre l’acquirente è stato segnalato alla Prefettura quale assuntore di sostanza stupefacente.
Un altro tunisino di 48 anni è stato arrestato ieri a Bologna, con l’accusa di detenzione stupefacenti ai fini di spaccio, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali per una vicenda che risale allo scorso 22 settembre, quando i carabinieri della compagnia locale tentarono di dare esecuzione ad un ordine della Procura di Bologna per la perquisizione domiciliare nei confronti dell’uomo, disoccupato e già pregiudicato.
Rintracciato dai militari all’interno di un bar del paese, il tunisino è stato accompagnato presso la sua abitazione per dar seguito alle operazioni di perquisizione.
Ma una volta arrivati davanti al portone condominiale, il tunisino ha suonato al citofono del suo appartamento e, dopo brevi frasi pronunciate alla moglie in lingua araba, ha terminato con la parola “carabinieri”, come per avvertire la donna della loro presenza.
Una volta aperto il portone del palazzo, ha cercato di non far entrare i militari e ne è scaturita un’aggressione.
Il tunisino ha nuovamente cercato di avvertire la famiglia, esclamando ad alta voce la frase “…distruggi il telefono!!!...”.
Con non poche difficoltà i carabinieri hanno raggiunto l’appartamento dell’uomo dove, ad attenderli, c’era il resto della famiglia: la moglie 48enne connazionale e le due figlie di 16anni, le quali si sono subito opposte al controllo dei militari.
Il tunisino, rimasto nell’atrio condominiale, ha continuato ad urlare alle figlie di distruggere il telefono. Durante il trambusto, una delle due adolescenti, è risalita velocemente in casa chiudendo la porta di ingresso. E solo grazie all’abbattimento della porta, i militari sono riusciti nuovamente ad entrare nell’appartamento e a iniziare la perquisizione. Che ha consentito di trovare due telefoni cellulari in uso all’uomo e 5 involucri contenenti cocaina, nonché materiale utilizzato per il confezionamento e un bilancino di precisione.
Uno dei carabinieri aggrediti ha dovuto ricorrere alle cure dei medici che hanno riscontrato lesioni da morso, alle mani e alle braccia.
Queste sono sempre le risorse. Non bastano quelli italiani abbiamo bisogno di altri che arrivano dall’estero
Tanto entrambi verranno rimessi in libertà come è successo in AltoAdige dove un tunisino beccato con 4 chili di droga è stato rilasciato a piede libero perché incensurato. Questa è la giustizia in Italia e questi sono i magistrati.