Nordio zittisce i “buonisti”: «Contro le baby gang lo Stato deve intervenire in modo repressivo»
«Critiche sul decreto Caivano? È ovvio che a monte di queste situazioni di disagio ci sia una carenza di educazione, sensibilità ed affettività da parte delle famiglie di questi minorenni che poi mostrano così i loro disagi. Quando ci sono fatti gravi, ai limiti dell’atroce, occorre che lo Stato faccia vedere la sua presenza ed intervenga in modo repressivo». Ha detto così Carlo Nordio, ministro della Giustizia, ospite durante la trasmissione radiofonica “Zapping” su Radio1, in merito al decreto-legge presentato nei giorni scorsi per fermare la criminalità dei minori.
Nordio: c’è anche un aspetto preventivo
L’intervento è stato criticato perché ritenuto eccessivo, così Nordio ha spiegato che «accanto all’aspetto repressivo c’è anche un aspetto preventivo, sia attraverso delle ammonizioni che con l’intervento verso i genitori, perché gran parte di questi comportamenti deviati deriva da una carenza di intervento delle famiglie: è lì che siamo intervenuti», ha sottolineato il ministro. Sulle baby gang che comunque, dopo la presentazione del decreto, sono tornate ad “attaccare”, Nordio ha detto che «sarebbe stato illusorio pensare che lo Stato si imponesse dopo pochi giorni dalla produzione di una norma, che deve essere ancora convertita dal Parlamento, su una situazione che è sedimentata e radicata».
«Vanno perseguiti come criminali»
«Che questa situazione così grave fosse meritevole di un intervento forte, sia sul piano repressivo che preventivo, è dimostrato dal fatto che è arrivata subito una risposta violenta da persone che non possono essere indicate ormai come disagiate, ma come criminali che vanno perseguiti. Bisogna rispondere ulteriormente, con gli interessi. Gli interventi dello Stato sono e devono essere calibrati, ma se ci sono reazioni ancora più violente dalle gang dovranno esserci delle risposte ancora più severe. Intraprendiamo una linea di tolleranza zero», ha concluso. (ITALPRESS).