Muccioli: “Bene i provvedimenti del governo sui giovani. Rieducare è compito di tutti”
Andrea Muccioli, figlio di Vincenzo, fondatore della comunità di San Patrignano, in un’intervista a Il Giornale elogia i provvedimenti del governo in materia di criminalità giovanile e insiste sulla necessità di una rieducazione dei minori .” E’ inevitabile che lo Stato si attrezzi per fronteggiare le baby gang che spadroneggiano ovunque -dice- anche a Rimini, la mia città, e le organizzazioni criminali composte da giovanissimi. È inevitabile vuol dire che non è né giusto né sbagliato, è semplicemente necessario perché la comunità non può rimanere inerme davanti alla violenza e alla sopraffazione”. “Siamo davanti a una realtà preoccupante,-aggiunge Muccioli- anzi un’emergenza che va affrontata in due modi: sanzione e rieducazione”.
Muccioli: “Sono con il governo ma servono progetti educativi”
“Io sono realista- afferma Andrea Muccioli- e dunque sono con il governo: in linea generale i provvedimenti di cui si parla in queste ore mi stanno bene, non se ne può fare a meno, purché sia chiaro che la sanzione da sola non basta, non può bastare, dev’essere accompagnata da un lavoro paziente e tenace per riportare il ragazzo sulla retta via. Se no, tu chiudi il giovane in una cella e quando esce sarà peggio di prima, carico di odio e di voglia di avere qualunque cosa senza impegno e fatica”. D’accordo anche sull’ inasprimento delle pene per alcuni reati: “Questi giovani sanno benissimo di fare del male e hanno a disposizione armi, gli strumenti modernissimi del web, tecnologie sofisticate che i loro padri nemmeno si sognavano. Quindi è giusto aumentare le pene per i reati legati al possesso di armi e allo spaccio di stupefacenti. Ed è altrettanto sacrosanto allargare il perimetro dei reati per cui sia previsto il fermo. Di fronte a baby professionisti del crimine è naturale che si prendano le contromisure”.
“Bene i lavori socialmente utili”
Sui lavori socialmente utili, il figlio del fondatore di San Patrignano, parla di “aspetto interessante. Questi ragazzi hanno una capacità criminale elevatissima, ma per il resto hanno dentro un vuoto totale. Non sono cresciuti, non hanno consapevolezza dell’immoralità dei loro gesti, del danno che infliggono alle persone derubate, rapinate, accoltellate, purtroppo in qualche caso ammazzate. Sono adulti dal punto di vista criminale, ma bambini per il resto. Ecco, quindi che lo stare davanti alle tante disgrazie del nostro mondo li costringe a guardare in faccia quella realtà che loro non vedono”. Il suggerimento riguarda i formatori: “Ci vogliono naturalmente educatori competenti e capaci di tenere testa ad arroganza, ignoranza, maleducazione, assenza di moralità e in definitiva fragilità. È l’altra faccia della spavalderia e della durezza d’animo. È una battaglia, ma bisogna combatterla perché essere fragili non vuol dire essere sprovveduti”.
“Potenziare le comunità terapeutiche”
“A Napoli-continua Andrea Muccioli nell’intervista a Il Giornale– scopriamo che i protagonisti di fatti di cronaca nera sono figli di camorristi e boss. Dunque si deve investire per educare le famiglie, in modo che i padri educhino alla loro volta i figli che sono venuti su senza valori. E se la famiglia non c’è, allora si deve puntare sulle comunità. Ce ne sono poche, pochissime rispetto alle esigenze e alle domande che infatti non trovano risposta. Le comunità sono fondamentali e vanno potenziate: è lì che si gioca la partita decisiva per rimettere in carreggiata chi è uscito dei binari. Davvero, c’è un bisogno fortissimo, starei per dire disperato, di luoghi che insegnino l’educazione, i valori e in qualche modo sono un po’ per questi soggetti la famiglia che non hanno avuto”. Infine, un accenno alle possibili sanzioni per i genitori inadempienti, per Muccioli, “un segnale di responsabilità per chi non ha mai fatto il genitore. E anche le famiglie andranno coinvolte in questo faticoso cammino, bilanciando ammonimenti e momenti di collaborazione”.