Milano, aggredito per futili motivi mentre porta la bimba a scuola: “Questa città ormai è il Bronx”

21 Set 2023 13:24 - di Redazione

Portano i figli a scuola ma con una rabbia e uno spirito aggressivo che non fanno bene né ai bambini né ai genitori. E’ quanto si evince dal racconto di un commercialista di Milano che denuncia un’aggressione per banali motivi davanti a sua figlia piccola che stava appunto accompagnando a scuola. Alla scena hanno assistito altri minori. E’ quanto ha denunciato Alessandro M., commercialista milanese di 36 anni, padre di una bambina di due anni, che era in auto con lui quando uno sconosciuto lo ha colpito al volto. L’aggressione è avvenuta martedì mattina alle 8.20 circa a Milano, in piazzale Bologna, angolo via Sulmona.

Una frenata brusca e uno sconosciuto lo prende a pugni

“Raggiunto il semaforo, vicino alle strisce pedonali, ho frenato bruscamente. Dopo pochi istanti uno sconosciuto, che stava attraversando insieme ai suoi due bambini, si è avvicinato e ha iniziato a urlarmi contro, insinuando che con lo specchietto retrovisore avessi toccato sua figlia”, è quanto ha messo a verbale il commercialista. “Mentre lui continuava a insultarmi, io ho aperto lo sportello, sia come gesto ‘conciliatorio’, sia per mostrargli che seduta in auto c’era la mia bambina. Gli ho chiesto scusa, ma lui mi ha afferrato per i polsi, ferendomi con le unghie, e mi ha colpito con un pugno forte sull’occhio”, racconta all’Adnkronos il 36enne, denunciando: “Sono stato malmenato davanti ai bambini, questa città ormai è il Bronx, non si possono nemmeno più accompagnare i figli a scuola”.

La figlia piccola è rimasta traumatizzata

Dopo aver sferrato il pugno, l’uomo, sulla cinquantina, “si è allontanato dicendomi ‘o sparisci o ti ammazzo’. Mia figlia intanto non smetteva di urlare, spaventatissima”, prosegue Alessandro, che dopo aver lasciato la piccola al nido, si è presentato al pronto soccorso oftalmico dell’ospedale Fatebenefratelli e poi in Questura, dove ha presentato denuncia contro ignoti, nella speranza che grazie alle eventuali telecamere di videosorveglianza gli agenti riescano a risalire all’identità dell’aggressore. Intanto però, da padre, la preoccupazione è tutta rivolta a sua figlia, che “martedì ha pianto tutto il giorno e all’asilo continuava a ripetere ‘papà’, ‘papà'”, e agli altri bambini che hanno assistito alla scena. “Penso soprattutto – dice il commercialista – ai figli dell’uomo che mi ha aggredito, che hanno visto il padre violento e non lo potranno mai dimenticare”.

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