La frase della Donazzan sull’umanità “difficile” dei carcerati scatena la sinistra. La replica: non si ha a che fare con educande

7 Set 2023 20:58 - di Chiara Volpi
Donazzan

Due ostaggi e cinque feriti in meno di sette giorni fra gli agenti della casa circondariale di Padova. E, in generale, un inferno quotidiano, quello che la polizia penitenziaria vive ogni giorno nell’esercizio delle proprie funzioni, dal nord al sud del Paese. Eppure, quando ieri l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan (FdI), è intervenuta all’esterno del carcere Due Palazzi di Padova a una manifestazione dei sindacati per portare la propria solidarietà alle forze dell’ordine vittime di recenti aggressioni, sono bastate poche parole, fraintese e strumentalizzate, per spostare completamente l’attenzione sul tema e scatenare un putiferio.

La frase della Donazzan scatena una tempesta in un bicchier d’acqua

«Non esiste una legge buona in assoluto, non esiste un decreto chiaro in assoluto e non esistono regole di ingaggio chiare in assoluto – ha detto l’assessore, rivolta ai rappresentanti della polizia penitenziaria – quando abbiamo a che fare con la peggiore umanità. Perché voi non avete a che fare con le signorine», sarebbe la frase incriminata che ancora oggi esponenti di sinistra e soloni dell’ultim’ora in genere, hanno passato al setaccio per imbastire una polemica che tutto ha preso in considerazione, tranne che l’indiscutibile verità di fondo.

Donazzan replica e smonta le pretestuose recriminazioni della sinistra

Dunque, le dichiarazioni della Donazzan hanno rubato la scena alla protesta, costringendo l’assessore a un chiarimento affidato a una nota, in cui ha spiegato: «Gli agenti non hanno a che fare con la vigilanza in una scuola dell’infanzia, con le creature che sono la migliore umanità, ma in carcere, banalmente, ribadisco, con persone che qualcosa di male nella vita devono averlo fatto per essere recluse». E ribadendo l’ovvio, che solerti esponenti della sinistra buonista, da Zan all’ex senatrice del Pd, Laura Puppato, hanno deformato e strumentalizzato, la Donazzan ha tenuto il punto e rilanciato: «Gli agenti della polizia penitenziaria hanno a che fare con l’umanità più difficile e fragile: questo intendo con “peggiore”. In carcere non vanno le educande, ma le persone che hanno commesso i reati, spesso con violenza. Perciò ribadisco la mia vicinanza alle forze dell’ordine».

«Non si può nascondere che si ha a che fare con un’umanità difficile»

Non solo: smontando anche l’ultimo grimaldello odioso su cui i dem hanno tentato di fare leva per delegittimare e accusare, a chi – come la Puppato sempre – l’ha accusata di abiurare il principio costituzionale della rieducazione della pena, la Donazzan ha replicato netta: «Io investo nelle carceri: sono l’assessore all’Istruzione che ha fatto partire l’Alberghiero proprio a Padova per dare un’opportunità di vita e di lavoro ai detenuti. Però non si può nascondere che si ha a che fare con un’umanità difficile. Un aggettivo fastidioso? Allora datemi l’elenco delle parole che posso usare. Ma questa è una pulizia del pensiero che non mi piace»…

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