La “barista del Duce” replica alla Lucarelli: non mi toccate Mussolini, me ne frego di Selvaggia…

7 Set 2023 18:19 - di Redazione
barista Duce

Uno scoop di quelli che ti fanno stare in ansia. In un’estate contrassegnata da stupri e femminicidi, Selvaggia Lucarelli fa la sua denuncia social su un bar di Cerea, in provincia di Verona, dove quando paghi il caffè ti consegnano uno scontrino con l’immagine di Benito Mussolini.  E siamo alle solite: è un reato quello del “Bar Armando,” gestito da Marica Bologna con la collaborazione di sua madre, Maristella Finezzo o è solo folklore? Nell’attesa che si dia una risposta a questo dilemma che affligge l’Italia tutta si apprende dai media che questa storia degli scontrini con il Duce va avanti da nove anni. E che la signora Maristella non ha alcuna intenzione di smettere. 

Scrive Lucarelli: «Questa barista va avanti indisturbata a stampare scontrini col duce da 9 anni. E tutto va bene. Prima lo faceva solo a ottobre per celebrare la marcia su Roma, ora con il governo Meloni ha trovato il suo slancio e lo fa stampare tutto l’anno». Il Corriere rilancia la polemica e la replica di quella che viene subito ribattezzata la “barista del Duce”: «Lo scontrino fiscale con l’immagine di Mussolini? Chi non digerisce il Duce può scegliere di non consumare nel mio locale».

E ancora: «Nessuno mi tocchi Mussolini e la Meloni, la Lucarelli mi è sempre stata antipatica e non ho mai guardato le sue trasmissioni, figuriamoci che mi interessa ciò che pensa». A chi la critica per motivi politici replica così: «So bene che ai comunisti dà fastidio che ci sia Mussolini sugli scontrini ma più mi dicono di toglierlo, più io decido che invece debba rimanere. Le critiche non mi toccano, i problemi dell’Italia sono altri e di chi è al governo per cercarli di risolverli».

Quindi precisa che secondo lei Meloni non è l’erede di Mussolini, semmai di Almirante. E confessa la sua preoccupazione: «Adoro la Meloni ma, sono sincera, ho paura che me la ammazzino. Sta facendo un ottimo lavoro, ma in Italia chi va contro la sinistra finisce sempre alla gogna, anche se fa del bene».

 

 

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