Istat, l’occupazione cresce ancora. FdI: “Il massimo storico dall’insediamento del governo Meloni”

13 Set 2023 16:24 - di Adriana De Conto
Istat occupazione Meloni

Buone notizie per l’occupazione in Italia, pur in un momento di crisi economica globale. Nel secondo trimestre 2023 prosegue la crescita tendenziale del numero di occupati: (+395 mila, +1,7% rispetto al secondo trimestre 2022), la cui stima si attesta a 23 milioni 647 mila unità. In aumento anche il tasso di occupazione che, per le persone tra i 15 e i 64 anni, raggiunge il 61,6% (+1,2 punti). Lo ha reso noto l‘Istat spiegando che la crescita coinvolge i dipendenti a tempo indeterminato (+130 mila, +0,8%) e gli indipendenti (+23 mila, +0,5%). Mentre si registra un calo dei dipendenti a termine (-25 mila, -0,8% in tre mesi). Il tasso di occupazione sale al 61,3% (+0,3 punti in tre mesi). Il dato Istat va incrociato anche con il XXII Rapporto Inps presentato alla Camera. Che attesta che l’occupazione nel nostro Paese è al massimo storico. 

Occupazione in crescita: i dati Istat e Inps

Per quanto riguarda i dati Istat del secondo trimestre 2023 vediamo che il numero delle persone in cerca di occupazione scende a 1 milione 905 unità (-101 mila in un anno, -5%); per effetto della diminuzione dei disoccupati con precedenti esperienze di lavoro; in calo anche la quota, sul totale dei disoccupati, di chi è alla ricerca di lavoro da almeno 12 mesi, che si attesta al 56,1%(-3,7 punti): per un totale di 1 milione 68 mila persone. Il tasso di disoccupazione, sempre su base annua, scende al 7,5% (-0,5 punti in un anno). In calo soprattutto nel Centro, tra le donne e i giovani. Nel secondo trimestre 2023 prosegue il calo del numero di inattivi di 15-64 anni (-376 mila, -3% in un anno); che scende a 12 milioni 375 mila unità. Diminuiscono coloro che non cercano e non sono disponibili a lavorare (-145 mila, -1,4%); e, soprattutto, le forze di lavoro potenziali (-232 mila,-10%): ossia la componente degli inattivi più vicina al mercato del lavoro.

I dati Istat e il XXII Rapporto Inps: l’occupazione è al massimo storico (61%)

Come dicevamo, questo quadro incrocia i dati dell’ Inps. L’occupazione nel nostro Paese è al massimo storico, il 61%: con i lavoratori dipendenti ‘driver’ di questo cambiamento. Il XXII Rapporto Inps, relativo all’anno 2022 evidenzia elementi positivi. Dopo gli sconvolgimenti causati dalla crisi pandemica, che ha determinato una forte contrazione economica, la risposta c’è stata: il  tasso di occupazione, che attualmente raggiunge il 61%, raggiunge il  massimo storico, segnalando una forte capacità di ripresa del nostro Paese, spiega la nota dell’Istituto. In barba ai gufi e alle Cassandre, in barba a chi sembra “godere”  delle difficoltà che incontra l’esecutivo in una situazione di crisi struttrale europea, basta confrontare due numeri. l’Inps segnala che ad aprile 2023 il tasso di disoccupazione italiano è risultato pari al 7,8%; mentre la Nota di aggiornamento al Def 2020, deliberata dal Consiglio dei ministri il 5 ottobre 2020, pochi mesi dopo l’inizio della pandemia, prevedeva per il 2023 un tasso di disoccupazione pari al 9,8%. Dunque, è  sufficiente il confronto tra questi due numeri per dare conto di quanto veloce e consistente sia stato il recupero del mercato del lavoro italiano; dopo la straordinaria emergenza dovuta al Coronavirus, che aveva implicato conseguenti politiche restrittive per arginarla (lockdown etc.) e causato una profonda incertezza tra gli operatori economici.

Bellucci (FdI): “I risultati del governo Meloni accendono una speranza di cambiamento”

“I numeri sul mercato del lavoro presentati nel nuovo rapporto annuale Inps raccontano una verità oggettiva: dall’insediamento del Governo Meloni il tasso di occupazione raggiunge il massimo storico del 61%, che significa 23,5 milioni di lavoratori”. E’ il ragionamento del viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci. Nell’articolato rapporto, sottolinea Bellucci, al netto di “luci e ombre  su cui lavorare” occorre prendere atto “della realtà dei fatti. Che racconta di una crescita dei contratti a tempo indeterminato (+304mila da novembre a luglio); e di una diminuzione di quelli a termine (- 94mila). I risultati del Governo Meloni sono di grande conforto e accendono una speranza di reale cambiamento. Soprattutto in considerazione degli anni difficili da cui veniamo; e del quadro internazionale politico-economico estremamente complesso di cui anche l’Italia risente”.

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