In arrivo un ddl sugli affitti brevi: scatta il limite delle due notti consecutive e l’obbligo del codice identificativo

7 Set 2023 16:24 - di Redazione

Affitti brevi: con un ddl il ministro Santanchè cerca di mettere ordine nel far west attuale. Il disegno di legge sugli affitti brevi che si sviluppa in 8 articoli si pone l’obiettivo di “fornire una disciplina uniforme a livello nazionale nonché di contrastare il fenomeno dell’abusivismo nel settore, definisce i principi in materia di locazioni per finalità turistiche”. E’ quanto viene spiegato nella bozza del ddl, trasmessa ieri sera, secondo quanto si apprende, dal ministero del Turismo, guidato da Daniela Santanchè, alle parti interessate (le associazioni di categoria e degli inquilini, i sindaci delle città metropolitane, le Regioni).

Si tratta di una seconda stesura che l’Adnkronos ha potuto visionare in cui si introduce l’obbligo del Codice identificativo nazionale e il limite di soggiorno minimo fissato in due notti nei centri storici delle città metropolitane.

L’obbligo del Codice identificativo nazionale, altrimenti detto Cin, va a soppiantare il Cir, quello regionale laddove sia stato adottato. Un presupposto fondamentale per “assicurare la tutela della concorrenza, della sicurezza del territorio e per contrastare forme irregolari di ospitalità”. I Cin devono contenere anche l’indicazione del numero di posti letto disponibili secondo quanto dichiarato nella relativa istanza, che viene presentata dal locatore. E con l’assegnazione del Cin il ministero del Turismo inserisce le unità immobiliari destinate alle locazioni per finalità turistiche e le strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere nella banca dati nazionale che è pubblica e liberamente consultabile sul sito istituzionale del Ministero del turismo.

Chi lo possiede è quindi autorizzato a tutti gli effetti a esercitare tale attività tanto è che “i soggetti che gestiscono portali telematici hanno l’obbligo di indicare, negli annunci pubblicati nei propri portali, il Cin dell’unità immobiliare”. Un obbligo stringente visto che colui che fosse privo del Cin può subire una sanzione pecuniaria da 800 euro a 8.000 euro.

La durata minima del soggiorno viene fissata ad un minimo di “due notti consecutive”, una norma questa molto attesa dagli albergatori. Il tetto delle due notti si applica però solo nei centri storici dei comuni capoluoghi delle città metropolitane, un perimetro di applicazione, dunque, che sembrerebbe abbastanza circoscritto. Chi dovesse contravvenire al rispetto del limite dei due pernottamenti, con una locazione concessa per una sola notte, sarà punito con multe da 1.000 a 5.000 euro.

Una vera e propria ‘stretta’ riguarda il numero degli appartamenti in quanto “il regime fiscale per gli affitti brevi svolti per finalità turistiche possono riguardare non più di due appartamenti”, altrimenti si presume che l’attività venga svolta in forma imprenditoriale e scatta un’altra forma di tassazione. Tra gli altri ‘paletti’ imposti per legge anche il fatto che l’unità immobiliare deve essere ubicata “in un luogo diverso da quello di residenza della parte conduttrice”. Altro punto nodale previsto dal ddl riguarda l’obbligo di riscossione della tassa di soggiorno, che fino ad oggi non riguardava gli affitti brevi ma solo alberghi e B&B.

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