Il Comune di Cecina ha intitolato la sala dell’Auditorium ad Altero Matteoli. Il ricordo

7 Set 2023 12:30 - di Cristina Gimignani
Altero Matteoli

Aveva la battuta pronta e l’irriverenza dei toscani Altero Matteoli, prodotto tipico di una terra disubbidiente che non vuole padroni. Il comune di Cecina, gli ha intitolato la sala dell’Auditorium, alla presenza del vice presidente del senato Maurizio Gasparri e del responsabile dell’organizzazione Fdi Giovanni Donzelli. L’8 settembre era il giorno del suo compleanno . Toscano e cecinese, aveva mosso i primi passi nel Msi e nel 1964, a 24 anni era stato nominato da Franco Gimignani, (il primo coordinatore regionale toscano della storia del partito, ‘fiduciario del segretario Arturo Michelini’) responsabile per il territorio cecinese.

Ricordo di Altero Matteoli: l’8 settembre era il giorno del suo compleanno

Legatosi poi al parlamentare missino Beppe Niccolai, Matteoli mantenne un profilo autonomo, evitando di schiacciarsi su istanze eccessivamente populiste. Divenne parlamentare in età adulta. Quando lavorò per la commissione di Tina Anselmi, inizialmente protestò con Giorgio Almirante della scelta, ma grazie a quell’incarico, fortemente voluto dal segretario, entrò nel cuore dei segreti della storia d’Italia. Quando nel 1981 l’Msi raccolse le firme in favore della pena di morte per i terroristi, Matteoli -all’epoca segretario provinciale Msi di Livorno- fu l’unico dirigente che si rifiutò di aderire all’iniziativa. Aveva il massimo rispetto della vita lui, orfano di padre all’età di sei anni, che si era dovuto sobbarcare incombenze, pesi e dolori che nessun bambino dovrebbe sopportare. Nel 1987 , in occasione del congresso di Sorrento, oramai divenuto deputato dal 1983, Matteoli fu firmatario e tra gli ispiratori , insieme a Beppe Niccolai e Domenico Mennitti , di un documento che avrebbe cambiato le sorti della destra italiana.

Matteoli, con “Proposta Italia” propugnò una visione a 360 gradi

‘Proposta Italia‘ schiuse infatti le federazioni missine alla politica di un potenziale governo a venire, accettando il confronto con associazioni, poteri e mondi esterni e contrapposti ai classici sentieri ideologici sino allora battuti. Tutti dovevano dialogare con tutti su tutto, una visione politica a 360 gradi, all’insegna dell’inclusione. Ma è Con Berlusconi negli anni ‘90, che troverà la sintesi più azzeccata. Presente in tutti i governi di centrodestra, Matteoli trattava alla pari con le più alte cariche dello Stato, uomo di stanze e corridoi, più che della politica gridata. Sempre riservato e dal carattere tenace, fu ministro dell’Ambiente nel 1994, per poi replicare la carica nel 2001. Ma mentre la prima volta aveva accettato la nomina obtorto collo, perché avrebbe preferito i Trasporti, la seconda aveva voglia di rivincita. Al suo dicastero venne aggiunta la via, la commissione d’impatto ambientale e la politica, entroò dal portone principale.

Il rapporto con i territori

Legatissimo ai territori, Matteoli era stato coordinatore regionale per l’Msi-An e responsabile nazionale dell’organizzazione del partito; ma soprattutto era il fiduciario per le candidature del centro destra, con un rapporto personale e diretto con Silvio Berlusconi. Convinto sostenitore del partito unico , lavoroò alacremente all’unità dello schieramento fino all’ultimo dei suoi incontri, quando in un convegno regionale a Grosseto dichiaroò: “La politica non è riunirsi con gli amichetti nelle stanze per distribuirsi le cariche”. Era duro, il politico Matteoli,  per quanto l’uomo era capace di grandi slanci e generosità. Candidato alla presidenza della Toscana nel 2000, pur non vincendo, ottenne risultati straordinari. Sindaco di Orbetello dal 2005 al 2011 e ministro infrastrutture e trasporti dal 2008 al 2011.

La stima bipartisan

Una volta caduto l’ultimo governo Berlusconi venne nominato presidente della commissione Lavori pubblici , assommando voti favorevoli di maggioranza e opposizione. Perché lui, l’uomo che si scontrava con i portuali livornesi ai tempi delle grandi manifestazioni di massa, era stimato in ogni ramo del Parlamento. È rimasto storico lo scherzo che tirò a un amico parlamentare, Milziade Caprini, esponente di estrema sinistra, a cui si divertiva a citare frasi di Lenin inventate, costringendo l’altro a cercarle alacremente invano. Fiero assertore della militanza, Matteoli si è spento in un incidente che ha spezzato la storia della destra italiana. Ma non era un granduca: era Altero.

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