Il blocco dei Pfas nell’area Ue mette a rischio la produzione di 600 medicinali essenziali

28 Set 2023 9:54 - di Redazione

“Più di 600 medicinali essenziali a rischio” e lo spettro di un blocco della produzione farmaceutica in Europa “in meno di 3 anni”. Potrebbero essere gli ‘effetti collaterali’ dei nuovi divieti sui Pfas ( sostanze perfluoroalchiliche) proposti per lo Spazio economico europeo (See). A paventarlo sono le industrie del settore rappresentate dall’Efpia, Federazione europea delle industrie e delle associazioni farmaceutiche, in base a un’analisi condotta sull’impatto di restrizioni ad ampio raggio come quelle che si vogliono implementare. Le aziende parlano di “impatti negativi sproporzionati sull’economia e sulla società europee”, del pericolo di andare incontro a “una diffusa chiusura delle produzione di medicinali” e della necessità di spostare fuori dall’area See la produzione dei principi attivi. Con la conseguenza che “se la capacità globale non fosse disponibile, la carenza di medicinali diventerebbe una possibilità realistica”.

L’industria farmaceutica Ue mette dunque nero su bianco in una nota la preoccupazione per la proposta delle autorità competenti di Germania, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca e Norvegia ai sensi del regolamento Reach, la legislazione chimica dell’Ue, che mira a limitare i rischi per l’ambiente e la salute umana derivanti dalla produzione e dall’uso di un’ampia gamma di sostanze chimiche Per e Polifluoroalchiliche (Pfas). Riguardando fino a 10.000 sostanze, fa notare l’Efpia, “la proposta di restrizione sarebbe la più ampia mai messa in atto, limitando la produzione, la commercializzazione e l’uso dei Pfas. Nella sua forma attuale avrebbe un impatto irreparabile su molti settori industriali, compresi i settori delle tecnologie e dei prodotti sanitari essenziali. La procedura attualmente in corso potrebbe portare al divieto di tutti i Pfas entro il 2027, con deroghe molto limitate”, si avverte.

“L’industria farmaceutica innovativa è preoccupata per l’impatto dei Pfas sull’ambiente – puntualizza l’Efpia – e non ci si oppone all’attenta considerazione di alcuni Pfas dannosi. Tuttavia, non tutti i Pfas hanno le stesse proprietà pericolose e alcuni sono considerati poco preoccupanti dall’Ocse. I Pfas vengono utilizzati nella produzione dei medicinali, tuttavia quelli utilizzati nei medicinali veri e propri non presentano alcun rischio o hanno un rischio basso identificato attraverso le valutazioni rischio-beneficio dei farmaci o le valutazioni del rischio ambientale”. Pertanto, è l’appello delle industrie, “sebbene sia necessario ridurre al minimo le emissioni, l’approccio dovrebbe quello di garantire la produzione e disponibilità continua di medicinali per i pazienti in Europa”.

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