Delmastro presenta il piano carceri: “Un terzo dei detenuti è straniero, andranno in cella a casa loro”

5 Set 2023 8:28 - di Luisa Perri
Delmastro, carceri

Un terzo dei detenuti è straniero e costa alle casse dello Stato italiano quasi un miliardo l’anno: sull’emergenza carceri il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro annuncia un piano per far rientrare una parte di essi nei loro Paesi d’origine, scontando la pena “in cella a casa loro”.

«Sui 51.249 detenuti 17.987 sono stranieri e costano – spiega Delmastro in un’intervista al Tempo come tutti gli altri, 137 euro al giorno che all’anno fanno 899 milioni 439mila e 935 euro. Per questo stiamo lavorando a un progetto, collegato al Piano Mattei, che prevede di siglare accordi con i Paesi d’origine in modo che chi è stato condannato in Italia possa scontare la pena nei penitenziari dei loro Paesi». «Nell’ambito di questo accordo – precisa – cercheremo di superare la volontà del detenuto».

Delmastro: “La sinistra sa proporre solo lo svuota carceri”

«La sinistra propone sempre lo svuotacarceri, che non funziona – spiega l’esponente di FdI – perché in genere chi viene liberato poi torna in carcere, mediamente, dopo 6 mesi. Noi stiamo lavorando a un piano di edilizia carceraria da 84 milioni di euro per la costruzione di 8 nuovi padiglioni e la ristrutturazione di celle, già esistenti, ma inagibili». Circa un terzo dei detenuti è straniero, ma oggi per trasferire un detenuto al di fuori dell’area Ue è necessaria anche la volontà del detenuto che può rifiutarsi di scontare la pena nel Paese di origine. Delmastro spiega che il piano consiste nel “convincere” i Paesi d’origine ad accettare il rientro dei loro connazionali condannati in Italia. Come? «Attraverso un meccanismo di premialità. L’Italia garantirebbe un sostegno per la formazione di lavoratori in loco garantendo anche un maggior numero di ingressi di lavoratori qualificati regolari (extraflussi) in cambio i Paesi africani dovrebbero accettare il rientro dei loro connazionali detenuti negli istituti penitenziari italiani».

“Sulle carceri veniamo da 20 anni di disinvestimenti”

Accordi simili che già esistono per Albania e Romania. « Sul lato sicurezza ad agosto sono già entrati in servizio 1.479 uomini del 181° corso di formazione per agenti di polizia penitenziaria. Altri 300 verranno assunti tramite lo scorrimento in graduatoria. Non solo sono stati finanziati altri due corsi di formazione: il primo da 1.713 alunni e il secondo da 1.758. Non è un lavoro facile perché veniamo da anni di disinvestimenti, flagellati dalla legge Madia». E per i detenuti tossicodipendenti? «Sono un terzo della popolazione carceraria», spiega il sottosegretario. «Se invece riusciamo, già dal giudice di primo grado, a farti scontare la pena in una casa di cura del terzo settore magari esci disintossicato abbassando in questo modo la possibilità di recidiva».

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