Cosa c’è dietro le proteste in Belgio dei genitori che non vogliono l’educazione gender nelle scuole

19 Set 2023 10:04 - di Vittoria Belmonte

Infuria in queste ore in Belgio la polemica su un corso di educazione affettiva e sessuale da introdurre nelle scuole primarie e secondarie. Domenica scorsa almeno 1500 persone hanno manifestato contro l’iniziativa (nel video) a Bruxelles, con slogan come: “Non toccate i nostri figli”, “Pedofilia mascherata”. E bollando tutta l’operazione come un invito agli studenti a masturbarsi. Il fronte progressista a proposito delle preoccupazioni delle famiglie bolla questa ribellione come frutto di barbarie e di disinformazione, ma se si va a fondo della questione si vede che l’allarme dei genitori è tutt’altro che infondato. 

Contro il decreto Evras incendi nelle scuole

Il decreto Evras per “l’educazione alla vita relazionale, affettiva e sessuale” – spiega il sito di Bfmtv – votato il 7 settembre nel Parlamento della Federazione Vallonia-Bruxelles ha suscitato accese polemiche nel Belgio francofono. Al punto che otto scuole sono state vandalizzate questa settimana a Liegi e Charleroi, e sono scoppiati degli incendi. Sugli edifici coinvolti sono state ritrovate le scritte “No Evras” e la giustizia belga ha aperto un’indagine per “incendio doloso”.

Il ministro difende il progetto, i genitori contestano l’ipersessualizzazione dei bambini

Il sito di Evras difende il progetto. L’idea – sottolineano – è quella di “dare ai giovani le informazioni necessarie per diventare adulti illuminati che si assumono la responsabilità della propria salute”. “Ovviamente non incoraggeremo l’ipersessualizzazione tra i giovani, né creeremo un orientamento sessuale o un’identità di genere. Ho letto che avremmo ‘insegnato ai bambini a masturbarsi’, il che è del tutto inaccettabile per spaventare i genitori su questo argomento”. Così  ha dichiarato la settimana scorsa alla RTBF Caroline Désir, ministro francofono dell’Istruzione.

Per la sinistra le preoccupazioni delle famiglie derivano da fake news

La controversia, che è simile a quella vissuta in Italia durante il dibattito sulla legge Zan che introduceva lezioni gender nelle scuole, ha oltrepassato i confini. Il rapper francese Rohff ha condiviso su X il video di una donna, che racconta la testimonianza di un padre che voleva lasciare la Francia dopo che suo figlio, nudo, è stato costretto a toccare la vagina di una compagna di scuola. I genitori dunque non demordono, contestando l’animazione di due ore su argomenti che non sarebbero consoni a ragazzini di 5 o 6 anni. I difensori del progetto parlano di diffusione incontrollata di fake news ma il tema è delicatissimo perché le famiglie non intendono delegare alla scuola l’educazione sessuale dei loro figli o ne contestano i metodi. La sinistra accusa l’estrema destra di soffiare sul fuoco e accusa di terrorismo chi ha commesso atti vandalici nelle scuole.

Cosa c’è scritto nella guida al progetto Evras

Le preoccupazioni dei genitori sono davvero infondate?  Esse deriverebbero  dalla consultazione di una sorta di manuale su cui si basa il corso Evras, di circa 300 pagine e che conterrebbe tutti i motivi di allarme dei gruppi di genitori. Non solo le famiglie di orientamento cattolico si ribellano al progetto: ben sette associazioni islamiche hanno cofirmato una lettera in cui esprimono le loro obiezioni alle lezioni, come riferisce De Standaard.

L’eterosessualità non è la norma

Cosa contiene questa guida su cui si basa il corso Evras (due ore ogni anno)? Lo spiega nel dettaglio un articolo di Le Point: gli studenti riceveranno lezioni su temi relativi a “identità di genere, espressioni di genere e conoscenza sessuale”, “violenza”, “sessualità e comportamenti sessuali” e “corpo e sviluppo umano”, spiegano gli autori. Anche se non pretende di essere esaustivo, questi grandi temi saranno adattati a ciascuna “fascia d’età”. Questo documento di 300 pagine vuole essere “inclusivo e non eteronormativo”, quindi non considera l’eterosessualità come la norma. Secondo gli autori, il suo obiettivo è quello di “delineare tutti i temi che possono essere affrontati a Evras” secondo “i bisogni, i risultati e lo sviluppo psico-emotivo e sessuale” degli studenti. Fondamentale poi il ruolo di questi ultimi durante le lezioni: «Vanno considerati dei veri partner», proseguono.

I modelli Lgbtqia+ e l’intersessualità

Cosa contengono i corsi? Gli studenti dai 9 agli 11 anni discuteranno quindi di “modelli LBGTQIA+ positivi” e di “intersessualità”. La guida specifica anche i “prerequisiti” essenziali: “Prendere coscienza che l’identità di genere può essere identica o diversa, avvicinarsi, allontanarsi, corrispondere, non corrispondere, differire, oscillare… da quella assegnata alla nascita”. Con questa fascia d’età verranno discusse anche le questioni relative al “piacere e alla sessualità” e alla definizione di “pornografia”.

La discussione sulle pratiche sessuali alternative

Per i ragazzi dai 12 ai 14 anni, la guida consiglia di discutere “della diversità delle pratiche sessuali (oltre la penetrazione)” o “dei cinque sensi e delle sensazioni che possono portare nella sessualità (sensazioni di piacere e dispiacere)”.

Il desiderio di non avere figli

La guida affronta anche le norme sociali. I più piccoli affronteranno così il tema del “desiderio o non desiderio di avere figli”, parte durante la quale l’adulto dovrà parlare di “genitorialità” o di “pressione sociale”. Il documento invita anche a discutere “sulla diversità dei modi di avere un figlio”, prendendosi il tempo per spiegare “fertilità e infertilità”, “le diverse scelte possibili in termini di procreazione medicalmente assistita”, adozione o GPA (maternità surrogata). “Non esiste il modo migliore per diventare genitore”, afferma la guida. Come si vede si tratta di un’educazione sessuale che sconfina nell’indottrinamento secondo una visione del corpo, della natura e della genitorialità che è propria degli studi di genere cui è legittimo opporsi poiché una larga fetta del mondo intellettuale li contesta e li ritiene dannosi. 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *