Caivano, stupro in videochiamata e minacce col bastone. L’indagine ha ricostruito i soprusi

26 Set 2023 12:54 - di Lisa Turri
Caivano inchiesta

Caivano, sono particolari agghiaccianti quelli che emergono dalle ordinanze di custodia che hanno portato ad individuare sette responsabili minorenni e due maggiorenni per gli stupri ai danni di due cugine tredicenni. Una delle violenze è stata registrata in diretta e mostrata in videochiamata. Uno dei componenti del branco si era fidanzato con una delle tredicenni e la costringeva a subire gli abusi minacciandola con un bastone. Altri video rinvenuti nei cellulari degli indagati hanno portato agli arresti odierni.

Violenze andate avanti per due mesi

La violenza diffusa in videochiamata sarebbe una delle poche consumate non in gruppo. Le indagini hanno ricostruito la dinamica dei soprusi compiuti dal branco. Le due ragazzine, all’incirca dai primi di giugno e fino a fine luglio, furono più volte costrette a seguire i ragazzi in aree isolate del Parco Verde di Caivano, e lì costrette a subire rapporti sessuali. In un paio di occasioni, però, una delle due accettò di recarsi da sola a casa di uno del gruppo che la convinse facendole credere di volersi fidanzare con lei. E invece la violentò riprendendo la scena.

Il branco aveva montato una tenda per agire indisturbato

I primi stupri – riferisce il sito del Corriere – “sarebbero stati consumati anche in una zona adibita in passato a isola ecologica, uno spazio utilizzato come campetto da calcio e all’interno della villa comunale dove sarebbe stata addirittura montata una tenda per poter agire senza rischiare di essere visti”.

“Soddisfazione per l’impegno e prima risposta della magistratura alla denuncia delle vittime” è stata espressa a nome dei familiari di una delle bambine abusate dai loro avvocati Angelo Pisani e Antonella Esposito.

I legali delle famiglie delle ragazzine: ora tutelare i parenti

I legali, in una nota, ora chiedono “di tutelare e salvare le loro famiglie e soprattutto la madre dei bambini già messi in sicurezza”. Gli avvocati evidenziano un “sistema infernale e criminale delle periferie dove ora le luci non vanno più spente e bisogna curare e ricongiungere al più presto bambini e genitori in un ambiente sano, lontano da Caivano e prevenire altri orrori per tutelare tutti i bambini e la società normale”.

 

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