Banche, Rustichelli (Antitrust): “Danno interessi molto bassi. Tutti devono contribuire al bene comune”

8 Set 2023 16:21 - di Agnese Russo
rustichelli

Spiega che dal suo ruolo non può commentare le decisioni del governo e chiarisce che il diritto delle aziende di ottenere guadagni non può essere messo in discussione. Epperò si intuisce che Roberto Rustichelli, presidente dell’Antitrust, capisce, e forse tutto sommato condivide anche, la ratio della tassazione sull’extragettito delle banche, voluta dal governo.

“Le aziende hanno diritto di guadagnare, ma anche il dovere di contribuire al benessere comune”

“Un presidente di un’autorità antitrust non può commentare” le decisioni del governo, ma “posso dire che in un Paese democratico le aziende hanno il pieno diritto di perseguire il core business e di fare marginalità”, ha detto Rustichelli in un’intervista al Sole 24 Ore, precisando però che queste aziende hanno anche “il dovere di contribuire al benessere comune, perché questa è la base di ogni democrazia. E immagino che il governo abbia voluto dire: state guadagnando molto di più, date un po’ di più al Paese”.

Rustichelli avverte su “una situazione non conforme alla Costituzione”

Rustichelli, inoltre, ricordando che anche la presidente della Bce Christine Lagarde “ha invitato le banche a remunerare di più i risparmi dei cittadini”, ha chiarito che “le banche hanno sui conti correnti liquidità a vista pari a 1.368 miliardi delle famiglie, delle imprese, delle onlus e degli enti previdenziali. Questa liquidità a vista a giugno era remunerata, secondo l’Abi, ad un tasso medio dello 0,32%, mentre, al contempo, oggi alle banche viene riconosciuto sui loro depositi a vista dalla Bce un tasso del 3,75%. A me pare che questa situazione non sia conforme all’articolo 47 della Costituzione il quale prevede che la Repubblica incoraggi e tuteli il risparmio”.

Quanta liquidità ci sarebbe se le banche dessero interessi più alti

“Se le banche restituissero ai loro depositanti il 40% del tasso (3,75%) che la Bce gli riconosce, quindi l’1,50%, questo si tramuterebbe in uno spread dell’1,10% rispetto al tasso medio di interesse attualmente riconosciuto ai correntisti, che applicato ai 1.368 miliardi di depositi a vista, porta 15 miliardi di nuovi interessi. Tutto questo – conclude il presidente dell’Antitrust – si tradurrebbe in una importante iniezione di liquidità”.

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