Rdc, Ciriani non teme la piazza grillina: “Conte abbia pudore e non fomenti la rivolta”

7 Ago 2023 8:21 - di Marta Lima

Niente passi indietro sul Reddito di cittadinanza, nessuna concessione a quelle forze politiche, come il M5s, che fomentano la piazza per strappare voti in vista delle prossime elezioni Europee. L’invito di Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, in una intervista sulla Verità, è a Conte: “Abbia un po’ di pudore. Chi può lavorare non ha bisogno di protestare in piazza: la dignità si ottiene lavorando”. Sul Rdc, dunque, il governo di prepara a fare le barricate, anche in autunno.

Rdc, la protesta di piazza non spaventa Ciriani

“Non temo la piazza, e nessuno deve sentirsi in diritto di soffiare sul fuoco della protesta. C’è qualcuno che spera in qualche vantaggio elettorale da tutto questo. Sono sempre stato critico nei confronti di questo strumento, il cui taglio era previsto da mesi. A conti fatti, non ha creato un solo posto di lavoro ed è stato fallimentare sotto ogni punto di vista. Insomma, il suo effetto si è limitato soltanto a garantire una rendita elettorale ai 5 stelle“. Ciriani ammette che sul Rdc forse l’sms per comunicare la fine del sussidio, si poteva evitare. “Ma chi può lavorare non ha bisogno di andare in piazza, ma trova proprio nel lavoro la dignità e l’affermazione professionale. Le persone bisognose, i veri poveri, i cittadini che lavorare non possono, verranno garantite come e più di prima”.

Da C0nte a Fassino: il caos dell’opposizione

Sul leader del M5s, Ciriani parla chiaro: ”
«Da un ex presidente del Consiglio, da chi ha varato il reddito di cittadinanza, mi aspetterei polemiche più intelligenti, o perlomeno un po’ di pudore. Fassino? Non nutro alcuna simpatia per i populismi, ma io quel gesto non l’avrei fatto. È suonato provocatorio nei confronti di tanti italiani che 4.000 euro al mese non li vedranno mai. È giusto che i parlamentari guadagnino bene, ma sventolare la busta paga in aula mi è sembrata una mancanza di sensibilità politica e sociale”, dice il ministro per i Rapporti col Parlamento. “È stata una mossa che fa a pugni con la storia della sinistra, che in teoria dovrebbe rappresentare gli ultimi, le periferie. Insomma, forse al di là delle intenzioni di Fassino, è apparso come un gesto di puro autolesionismo, per di più offensivo per chi non arriva a fine mese”.

Le prospettive dell’economia

Non sottovaluto le indicazioni dell’Istat sul Pil, ma ricordiamoci che Ocse e Fmi hanno stimato che la crescita del Paese sarà in linea con le previsioni del Def. Confrontando la situazione italiana con i Paesi modello, Francia e Germania, comprendiamo che stiamo facendo meglio degli altri. Restiamo ottimisti, anche considerando che l’ultima finanziaria è stata una strada obbligata, tutta incentrata sugli aiuti in bolletta”. Intanto la delega fiscale è arrivata al traguardo, a quando i benefici? “La rivoluzione fiscale non si fa in sei mesi o in un anno.
Troveremo le risorse in finanziaria, mentre il taglio del cuneo fiscale da 9 miliardi dovrà diventare strutturale. La strada è tracciata, e un passo alla volta completeremo il quadro in cinque anni. Ricordiamoci che fino a pochi mesi fa si dipingeva un Paese a picco, condannato dai prezzi dell’energia alle stelle: oggi, al contrario, arrivano ottimi dati sull’occupazione. C’è da essere fiduciosi”.v

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