Portogallo, è nato Hugo, il primo bambino venuto al mondo con la fecondazione post mortem
Il 16 agosto 2023 è nato Hugo Guilherme, il primo bambino portoghese venuto alla luce con la tecnica della fecondazione post mortem. Una vicenda che sta facendo molto discutere. Nato in un ospedale di Oporto, in perfetta salute e con un peso di circa 4 chili, Hugo porta il primo nome del padre e il secondo scelto dal padre prima di morire di cancro nel 2019, a soli 29 anni. Consapevole del suo destino, il papà di Hugo aveva lasciato il suo seme crioconservato e un’autorizzazione scritta per procedere alla fecondazione assistita. Un documento tutt’altro che sufficiente per proseguire senza ostacoli alla fecondazione della vedova Ângela Ferreira, che ha dovuto condurre una lunga battaglia legale per realizzare il sogno di Hugo.
Fecondazione post mortem: la sinistra portoghese ha voluto cambiare la legge
La legge portoghese sulla procreazione assistita risaliva al 2006 e proibiva la fecondazione con materiale genetico di un donatore defunto. Ma generava un paradosso. Il divieto, infatti, veniva circoscritto ai donatori di famiglia ma non si applicava ai donatori anonimi, della cui “sopravvivenza” non si poteva, in quanto sconosciuti, essere certi. A questa legge si è opposta Ângela, che negli anni è stata protagonista di documentari e servizi giornalistici per sensibilizzare la popolazione sul tema. Negli anni la madre di Hugo Guilherme ha anche realizzato una raccolta firme da cui è nato un dibattito sociale e parlamentare molto controversa. Il Partito socialista, i comunisti e il Blocco di sinistra hanno deciso insieme di modificare la legge, inserendo il Portogallo tra pochi Paesi (come la Spagna) che permettono la fecondazione post mortem del coniuge.
Il premier del Portogallo aveva posto il veto
La modifica della legge sulla procreazione assistita è stata approvata a marzo 2021 e promulgata a novembre dello stesso anno dal presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa, che era contrario alla modifica. Infatti, prima di promulgare la nuova legge, il presidente de Sousa aveva opposto il suo diritto di veto. Ma ha dovuto in seconda battuta accettare il verdetto dell’Assemblea della Repubblica determianto dalle sinistre.