Nuove accuse nella guerra di spie fra Cina e Usa. Pechino: scoperto collaboratore della Cia

21 Ago 2023 14:08 - di Redazione

È il secondo caso di spionaggio di un cittadino cinese a favore della Cia e, ancora una volta, Pechino accusa un suo cittadino di lavorare per l’agenzia di intelligence statunitense.

Continua, dunque, la guerra di intelligence fra Cina e Usa con accuse reciproche dopo che, a inizio agosto, erano stati arrestati negli Usa due marinai accusati di spionaggio per conto della Cina.

Stavolta le autorità del gigante asiatico, rivela la Cnn, hanno accusato pubblicamente un funzionario governativo di lavorare per l’Agenzia, il secondo caso reso noto da Pechino solo ad agosto, mentre il Dragone insiste sulla “sicurezza nazionale”.

In una nota il ministero per la Sicurezza dello Stato afferma che sono in corso indagini sul funzionario, un 39enne cinese identificato solo come Hao, non si sa se sia uomo o donna. Lavorerebbe in un ministero (non indicato) e sarebbe stato ‘reclutato’ mentre era in Giappone per motivi di studio.

Il funzionario avrebbe fatto amicizia con un funzionario dell’ambasciata americana in Giappone. E, secondo il ministero, tra i due sarebbe nato un rapporto stretto: il funzionario americano avrebbe poi presentato Hao a un collega il quale avrebbe, successivamente, svelato di lavorare per la Cia e chiesto a Hao di rientrare nella Repubblica Popolare per lavorare per un “Dipartimento centrale e fondamentale”.

A quel punto Hao avrebbe accettato, firmato un accordo con gli Usa e sarebbe stato poi addestrato.

Una volta in Cina ha ottenuto un lavoro in un ministero del gigante asiatico e avrebbe incontrato personale della Cia più volte “per fornire informazioni d’intelligence e raccogliere fondi”.

Solo dieci giorni fa lo stesso ministero – in un ennesimo scambio di accuse di spionaggio tra Pechino e Washington in un contesto di tensioni mai sopite – affermava di aver scoperto un “caso di spionaggio” con un sospetto, un cittadino cinese identificato come Zeng, che lavorava per un gruppo dell’industria militare cinese (non precisato) e che sarebbe stato reclutato mentre si trovava in Italia.

Sia in questo caso che in quello odierno il ministero per la Sicurezza dello Stato ha diffuso le notizie tramite WeChat.

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