Myanmar, per San Suu Kyi grazia “parziale”: cadute cinque condanne su 19: mistero sul suo rilascio
La leader birmana Aung San Suu Kyi è stata graziata. O meglio, si tratta di una grazia “parziale”. Lo riportano i media statali. La giunta militare al governo ha tuttavia esteso lo stato di emergenza imposto quando l’esercito ha preso il potere con un golpe nel 2021, arrestando Aung San Suu Kyi, alti funzionari del suo governo e membri del suo partito (la Lega nazionale per la democrazia). Successivamente sempre i media statali birmani hanno precisato che Aung San Suu Kyi ha ottenuto una grazia parziale: ossia riguarda cinque delle 19 condanne a suo carico e non è chiaro per il momento se porterà al suo rilascio.
Aung San Suu Kyi ha ottenuto la grazia nell’ambito di un’amnistia concessa a oltre 7mila prigionieri in occasione della Quaresima buddista. Era stata condannata a 33 anni di carcere per una serie di accuse: tra cui corruzione, possesso di walkie-talkie illegali; e mancato rispetto delle restrizioni anti Covid. La decisione sullo stato d’emergenza è stata approvata dal Consiglio nazionale per la difesa e la sicurezza, composto da funzionari militari.
Tajani: “Grazia, il finale più bello”
“La grazia a San Suu Kyi è il più bel finale dopo anni di battaglie per la sua libertà”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un tweet. “Ricordo ancora il nostro incontro 10 anni fa in Myanmar”, scrive Tajani. Definisce Aung San Suu Kyi una “donna coraggiosa e autorevole da sempre in prima linea per la salvaguardia della democrazia e dei diritti umani”. Aung San Suu Kyi, 78 anni, premio Nobel per la pace, era stata condannata a più di trent’anni di reclusione in processi a porte chiuse per vari capi di imputazione. Agli arresti dal colpo di stato del primo febbraio 2021, la leader politica, secondo indiscrezioni non confermate ufficialmente- riporta il Tgcom24- , è stata trasferita la scorsa settimana dal carcere a un edificio governativo. “Nel suo nuovo alloggio avrebbe incontrato Ti Khun Myat, presidente dell’Assemblea dell’Unione, la camera bassa; e Deng Xijuan, inviato speciale della Cina per gli affari asiatici. L’11 luglio il ministro degli Esteri della Thailandia Don Pramudwinai ha rivelato agli omologhi dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (Asean) riuniti a Giacarta, in Indonesia, di aver personalmente incontrato nei giorni precedenti la consigliera di Stato deposta e di averla trovata in buona salute fisica e mentale.