Khaled al-Asaad, decapitato dall’Isis per salvare l’arte: 8 anni fa la morte dell’archeologo eroe

23 Ago 2023 14:12 - di Francesca Amendola
Khaled al-Asaad

Khaled al-Asaad è stato un grande eroe, forse un pò troppo dimenticato e vittima dell’occidentalizzazione della notizia. Otto anni fa, a Palmira, a 83 anni. Khaled, archeologo, scrittore e traduttore siriano, fu ucciso dall’Isis per essersi rifiutato di indicare dove fossero nascoste alcune antiche opere d’arte, bersaglio della follia jihadista. Pagò con la vita la volontà di difendere l’immortalità della cultura, ritenuta oscena dai terroristi islamici che già avevano provveduto a decapitare statue e presenze straordinarie in un territorio ricco di tesori (l’Iraq era il secondo Paese al mondo dopo l’Italia per giacimenti artistici).

Khaled al-Asaad, una vita per la cultura

Nato a Palmira (allora territorio siriano) nel 1932, Khaled al-Asaad, dopo l’istruzione di base e superiore ottenuta frequentando le scuole nella sua città natale, proseguì gli studi presso l’Università di Damasco dove si laureò. Nel 1963 fu nominato direttore del museo e del sito archeologico della città di Palmira, carica che mantenne per più di quarant’anni, sino al momento della pensione. È stato indicato come “uno dei più importanti pionieri nel campo dell’archeologia in Siria del ventesimo secolo”.

L’assalto alle opere d’arte e l’omicidio di Khaled

Le immagini della devastazione di Palmira, città dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’Unesco,  diventarono un simbolo del conflitto in Siria.

Palmira sorge il monumentale sito archeologico a cui Asaad aveva dedicato sin dagli anni ’60 il suo lavoro di studioso in collaborazione con missioni archeologiche internazionali e con l’UnescoAsaad aveva ricevuto diverse onorificenze durante la sua attività e anche post mortem. In Italia, nell’ottobre del 2015 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva intitolato all’archeologo siriano l’area di interesse culturale degli Arsenali della Repubblica a Pisa, allora appena restaurati. Sempre nel 2015 Khaled al Asaad era stato onorato come “giusto” al Giardino dei Giusti a Milano.

Il 18 agosto del 2015 Khaled al-Asaad venne decapitato dai terroristi. Un mese prima era stato sequestrato e ripetutamente torturato dagli jihadisti che chiedevano le ubicazioni delle opere d’arte. Molte di queste opere furono rivendute al mercato nero, secondo le ricostruzioni postume, per finanziare lo Stato Islamico. Asaad non cedette e morì eroicamente per salvare un patrimonio di bellezza unico. Solo sei anni dopo vennero ritrovati i suoi resti.

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