Fassino, il day after e l’imbarazzo di Elly Schlein: l’ipocrisia del Pd su indennità e vitalizi
Piero Fassino è notoriamente un tipo simpatico. Tutta la sua storia politica è costellata da scivoloni e da profezie non certo felici. Dal celebre “abbiamo una banca” legato all’operazione Unipol-Bnl, all’incredibile autogol contro Beppe Grillo del 2009″ se vuole fare politica faccia un partito e vediamo quanti voti prende(!)”. Ieri l’ex segretario nazionale del Pds ed ex sindaco di Torino ha recitato l’improbabile ruolo del sindacalista parlamentare, sventolando una busta paga netta di “4.700 euro” come risposta alle accuse di privilegio e di casta. Una dichiarazione “mendace” atteso che i calcoli effettuati hanno dimostrato che i parlamentari arrivano a guadagnare una cifra assai diversa che ha messo in imbarazzo Elly Schlein.
Fassino e Schlein, una “giornata particolare”
Mentre Elly Schlein cavalcava la giornata antifascista e parlava del salario minimo, Piero Fassino snocciolava i numeri della sua rimostranza economica. Sottolineando che la diaria di “2500 euro mensili va al partito“. Elly, che per sua fortuna non ha mai conosciuto la povertà, l’ha presa davvero male. Prima ha pubblicamente affermato che Fassino parlava “a titolo personale” , poi ha confessato a tutti i suoi collaboratori la profonda irritazione per le parole pronunciate dal suo deputato. Mentre si discute di salario minimo e si soffia sul fuoco del reddito di cittadinanza portare avanti una battaglia di “aumento della paga” a Montecitorio, reclamando l’indigenza, non è il massimo dell’efficacia sul piano della comunicazione.
Dal Pci ad oggi , il partito della casta
Ai tempi del Pci e del “centralismo democratico” i parlamentari venivano scelti e imposti da Botteghe Oscure e la loro indennità era quasi assorbita dal partito. Ricevevano uno stipendio ( molti erano anche assunti come funzionari e hanno potuto usufruire di una legge che ha dato loro la possibilità di prendere un’altra pensione). Oggi il Pd è tutta un’altra cosa ovviamente ma non mancano mai gli accenni di populismo e demagogia, contestati ad altri. Fassino che sventola in aula la busta paga “sindacale” toglie ogni velo di ipocrisia a Largo Nazareno. Come la scarpa di Krusciov, un gesto che pesa. E la Schlein naufraga, non dolcemente, in questo mare.