E ora che fine farà la Wagner dopo la morte dei vertici? Il Pentagono: chiedete a loro, non sappiamo nulla

25 Ago 2023 12:11 - di Roberto Frulli

E ora che fine farà la Wagner? È la domanda più pressante che circola in queste ore mentre si cerca di fare chiarezza sul disastro aereo nel quale sarebbe rimasto ucciso il fondatore e capo del gruppo paramilitare, Yevgheny Prigozhin assieme ad altre nove persone, fra cui il suo braccio destro e cofondatore, Dmitry Utkin, imbarcate sul jet Embraer Legacy 600 di proprietà dell’ex-cuoco di Putin precipitato proprio nei pressi dell’abitazione del presidente russo.

Mentre all’obitorio si cerca di dare con certezza un nome ai resti carbonizzati trovati fra i rottami – sul posto è stato trovato il cellulare di Prigozhin ma ancora nessuno si sbilancia sulla reale identità delle vittime – sono in molti a chiedersi cosa accadrà nei prossimi giorni alla Wagner, brutalmente decapitata visto che nel disastro aereo è morto anche il comandante militare del gruppo di mercenari.

Ai giornalisti che gli chiedevano cosa sarà del gruppo dopo la morte di Yevgheny Prigozhin, il portavoce del Pentagono, Patrick Ryder, ha replicato: “vi rimando al gruppo Wagner, se riuscite a contattarlo, per qualsiasi domanda su quale sia il loro attuale modello di business e il percorso da seguire – ha detto Ryder. – Abbiamo visto il governo russo, poco dopo gli eventi di due mesi fa nei pressi di Mosca, dire ad alcuni di questi membri: ‘Firmate un contratto con il ministero della Difesa’. Siamo consapevoli che alcuni membri di Wagner se ne sono andati e altri sono rimasti, ma per quanto riguarda il futuro di questa società, questa società di mercenari, non ho davvero nulla da dire”.

Secondo l’Institute for the Study of War, un think tank statunitense che riceve fondi e finanziamenti dal Pentagono e che annovera nelle sue file analisti ed ex-agenti provenienti dalle forze armate Usa, dopo la morte del suo leader Yevgeny Prigozhin, del cofondatore Dmitry Utkin e di Valery Chekalov, il gruppo Wagner non riuscirà più a sopravvivere come struttura militare parallela quasi indipendente.

Citando fonti russe, Isw scrive che il Cremlino si è rifiutato di pagare il governo di Minsk per la presenza degli uomini di Wagner in Bielorussia.

Inoltre i problemi finanziari avrebbero già portato a una riduzione dei pagamenti dei mercenari, costringendo alcuni combattenti di Wagner a dimettersi.

Per il think tank americano, “non è chiaro se il Cremlino intenda sciogliere completamente Wagner, mantenerlo in vita come un’organizzazione molto più piccola o subordinarla completamente al ministero della Difesa”.

Ieri Putin, parlando del disastro aereo nel quale sono morti i vertici di Wagner ha detto: “vorrei sottolineare che queste persone hanno dato un contributo significativo alla nostra causa comune nella lotta contro il regime neonazista” di Kiev.

Corrispondenti bielorussi di Radio Liberty, l’emittente radiofonica fondata dal Congresso degli Stati Uniti nel 1949, al termine della seconda guerra mondiale, è in corso lo smantellamento del campo del Gruppo Wagner nel villaggio di Tsel, nei pressi di Osipovichi, in Bielorussia.

Secondo le stime di Radio Liberty un terzo delle tende è già stato rimosso: sarebbero già state smantellate oltre 100 tende su 273, ciascuna delle quali può ospitare circa 20 soldati.

Di conseguenza potrebbero aver lasciato l’accampamento più di 2.000 wagneriani. Non si sa dove possano essere state portate queste tende e se i mercenari Wagner abbiano lasciato il territorio della Bielorussia.

Le immagini satellitari a disposizione della redazione non mostrano ancora la formazione di tendopoli simili sul territorio di altre basi di addestramento o unità militari bielorusse.

Esiste la possibilità che alcuni mercenari abbiano iniziato a essere trasferiti in Africa. Ci sono messaggi a riguardo anche nei canali Telegram legati al Gruppo. Ma può anche darsi che una parte dei wagneriani venga trasferita in altre località della Bielorussia.

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