
Banche, Meloni: «Abbiamo tassato il margine ingiusto». E sul rdc: «Sono state dette tante falsità»
La premier scende in campo in prima persona con una diretta social per spiegare le misure del governo -soprattutto in tema di banche e reddito di cittadinanza – sulle quali sono state dette e scritte molte inesattezze. Il presidente del Consiglio, nella sua rubrica “Gli appunti di Giorgia”, illustra l’intervento approvato in Cdm sugli extraprofitti degli istituti di credito: è «una tassazione che non è una tassa su un margine legittimo; ma una tassa su un margine, appunto, ingiusto». Con le «risorse recuperate aiuteremo a finanziare i provvedimenti per sostenere famiglie e imprese di fronte alle difficoltà legate all’alto costo del denaro. Che non permettono spesso neanche di affrontare serenamente le spese di un mutuo». Un tema che assilla particolarmente gli italiani . Con «queste risorse noi possiamo aiutare le famiglie maggiormente in difficoltà proprio sul tema del mutuo».
Meloni sulle banche: si comportino in modo corretto
«Viviamo in una fase economica e finanziaria molto complicata», spiega «In Europa abbiamo avuto una forte inflazione economica, causata da fattori esterni alla nostra economia. Ma la risposta della Bce è stata quella di intervenire – si potrebbe discutere sull’efficacia dell’iniziativa – con una politica molto decisa di aumento dei tassi di interesse. Questo ha portato a una situazione nella quale aumentano i prezzi, aumenta il costo del denaro; e quindi anche il costo dei mutui a tasso variabile, dei nuovi mutui, dei prestiti. E comporta per di più una contrazione dell’economia. In questa situazione difficile secondo noi è necessario che il sistema bancario si comporti in modo il più possibile corretto».
“Dette tante falsità sul reddito di cittadinanza”
Sul tema banche il premier è stata molto esaustiva. Come anche su altri argomenti sui quali andava fatta chiarezza prima della pausa di Ferragosto. Dati economici, salario minimo, margini delle banche, giustizia. E soprattutto il reddito di cittadinanza sul quale sono state dette tante “falsità”. Meloni le stronca una a una. Con una precisazione: sul Rdc «il governo non intende tornare sui suoi passi» perché è l’intenzione dell’esecutivo è passare dal «reddito di cittadinanza al reddito di occupazione, cioè che si ottiene grazie al lavoro». La premier ha sottolineato un dato molto indicativo: le stime di chi avrebbe perso il reddito erano di 300mila persone. Invece lo hanno perso in 112mila. «Ragionevolmente – osserva – vuole dire che molti hanno già cominciato a lavorare perché sapevano che ad un certo punto non avrebbero più potuto contare sul reddito. E si sono rimboccati le maniche, iniziando a cercare un lavoro che hanno trovato».
Chi non perderà il sussidio
A inquinare il dibattito sulla decisione presa dal governo che era nel programma pre- elettorale è stato chi ha parlato di “fulmine a ciel sereno”: dipingere lo stop al rdc come decisione presa “da un giorno all’altro” non è altro che una “falsità”: «Era inserito nella legge di Bilancio del dicembre scorso». E chiarisce: «Non perderanno il sussidio i disabili, gli over 60 , chi ha figli minori a carico; chi ha condizioni di particolari fragilità, a differenza di quel che strumentalmente è stato detto – scandisce Meloni- . Lo percepiranno fino alla fione dell’anno per poi passare al reddito di inclusione. Chi smette di percepirlo? Chi ha tra i 18 e i 59 anni che non che non sono disabiliu e non hanno figli a carico. E che sono in grado di lavorare».
Meloni: su salario spero proposta condivisa con opposizioni
Quanto all’incontro in programma venerdì con le opposizioni sul salario minimo Meloni ha detto: «Capiremo se c’è il margine di presentare insieme una proposta seria contro i salari bassi; che possa fornire i parametri salariali per i lavoratori non coperti dalla contrattazione collettiva; che possa aumentare i controlli per contrastare il lavoro irregolare, i falsi contratti part time e altri reati del genere. E speriamo che su questo si possa arrivare a una risposta seria condivisa. E che migliori complessivamente le condizioni dei lavoratori italiani e non migliori quelle di alcuni, peggiorando quelle di altri».
«Non perdiamo i fondi del Pnrr, c’era chi lo sperava»
«L’Italia nel 2023 beneficerà di 35 miliardi del Pnrr. L’Ue conferma che alla fine dell’anno avrà tutte le risorse previste con buona pace di chi sperava che le perdesse o ne perdesse una parte», commenta la presidente del Consiglio. «Siamo molto soddisfatti per questi risultati ottenuti: avevamo promesso che l’Italia non avrebbe perso un euro, che le cose sarebbero andate bene. I nostri progressi e sforzi sono riconosciuti e se a qualcuno dà fastidio che l’Italia abbia questi successi, noi continueremo a non risparmiarci».
«Via incertezza nei processi: non devono cadere nel nulla»
Nel Consiglio dei ministri di lunedì – aggiunge – «abbiamo approvato una norma che evita ogni incertezza nei processi; e che consente di impedire che processi aperti perché legati alla mafia finiscano nel nulla». Meloni ha sottolineato che questa azione, «che non è la prima», mostra «quanto il governo sia determinato» a combattere «il cancro della criminalità organizzata».