Arianna Meloni è un bersaglio, ma nessuno parla di Michela Franceschini e Betta Piccolotti

30 Ago 2023 13:11 - di Carmelo Briguglio

Vi dò una notizia: quel posto un tempo era “mio”; nell’altra vita che sapete. Adesso la signora Arianna Meloni se lo occupa lei. Vi informo: la destra ha avuto pochi capi della segreteria politica; un tempo era ruolo evocativo, rassicurante. Nel Msi, in An: metafora del partito pesante; da custode immoto e discreto del leader sempre in giro. Il “grado” ormai si è estinto, altrove. Resta nei Fratelli d’Italia più per tradizione, che per intestino potere. E non é male, per segnare la continuità e presenza. Nella stagione di governo, a via della Scrofa, una c’è, insieme al sempiterno Donzelli. E lavora gratis: non a spese vostre.

Arianna Meloni. Un ruolo gratuito di servizio, non di potere

Eh, non lo sapete, ma i predecessori di Arianna, sono stati di rango: Franco Massobrio con Almirante, Silvano Moffa con Rauti, Donato Lamorte con Fini; con l’eccezione di chi scrive, durante la “reggenza” di La Russa, quando Fini andò alla Farnesina. Tutti maschi. Nella stanza di Donato, ora “di là” – citato sempre per nome, per precauzione – campeggiava un cartello “intimidatorio: “Se porti un problema e non proponi la soluzione fai parte del problema”. Non molto originale, ma aiutava la funzione. Dopo di lui, mi portai due stampe per “rallegrare” l’ambiente: una riproduce un quadro famoso di Giacomo Balla; l’altro uno shot di Gregory Colbert cattura un momento di raccoglimento tra un bambino che legge e l’elefante accovacciato. Il luogo fu meno truce; la fatica no. Le immagini, poi, le rapì Italo Bocchino: ora adornano il suo ufficio al Secolo.

Rigonfiano il ruolo ad uso politico “contro”

Oggi é un altro mondo. Arianna attira, é bersaglio; per colpire il quale é necessario amplificarne il ruolo; la figurano a capo di un pannello di controllo assoluto del partito, senza zone franche: un mix di SD, Ovra o Spectre, secondo le diuturne romanze. C’è chi scrive trattasi del nuovo “segretario politico”, sotto mentite spoglie. Vabbè. So che si fa lì: molto lavoro, pochi riflettori. Innumerevoli scocciature; scarsa visibilità: per chi la cerca é il luogo peggiore; per chi no, il migliore. É che le nuove leve mediatiche “contro” sconoscevano la funzione; adesso la scoprono e “rigonfiano”, ad uso che sapete; ma é sempre stata da “interna corporis”: ancillare, ausiliaria; più di servizio che di comando. Ah, certo, é ancora la prima di una donna. Dal nome che richiama il Minotauro: a pescare nel caleidoscopio letterario, da Borges a Dürrenmatt, “il filo” lo trovate; sempre. Ora pure in cronaca; Palazzo Chigi non é un labirinto, ma un ottovolante, dice la premier; ma “il filo” lo infilano lo stesso; tanto ormai tastierizzano boves, oves et universa pecora.

Silenzio sulle e dalle signore Franceschini e Fratoianni

Poi dal filo all’ago, a non so che altro. Un pezzo al giorno sulla famiglia della premier é la nuova “politique d’abord”. A provare poi cosa ? Che la politica italiana – anche mondiale, sapete, ma ometto scoccianti esempi – ha questo marcatore della famiglia ? Non é una gran scoperta: così bipartisan, che ci fai ? Chissà che combinano nel quotidiano l’onorevole Michela De Biase in Franceschini e l’onorevole Betta Piccolotti in Fratoianni? Deputate “bloccate”, senza preferenze; tutte epigoni della Grande Leonilde: un mito. Su di loro mai una notizia dalle “Sorelle Agnelli” dell’informazione “anti”. Nulla. E da lor signore mi sarebbe piaciuto un “smettetela”, un “basta”; un “così colpite pure noi”: invece, nessuna voce solidale. Neppure dai loro coniugi: poteva starci, no ? Silenti loro, deluso io. Dicevate, di Arianna ?

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