Schlein, si mette male: la corrente di Bonaccini la fa nera. Caos per la “promozione” di Zingaretti

22 Lug 2023 15:45 - di Gabriele Alberti
Schlein Bonaccini

Elly Schlein nel mirino, nel Pd tanto per cambiare volano coltelli. Il primo lo lancia Stefano Bonaccini. Il governatore emiliano ha tenuto a battesimo a Cesena “Energia popolare”, ma nessuno parla di “nuova corrente”. Una “non corrente”, roba da far sbellicare dalle risate anche uno sobrio come lo storico Paolo Mieli. Che, ospite a In Onda, ha fatto a pezzi questa modalità bizzarra di fare le cose tentando di nasconderne il senso politico. “Nel giorno in cui, nel Pd, chiameranno corrente una corrente, quello sarà un giorno per loro importante come la rivoluzione d’ottobre- ironizza l’editorialista- . È dalla rivoluzione d’ottobre che hanno le correnti e le chiamano aree, sensibilità, agorà, inventano nomi… ma non si rendono conto che è ridicolo, penoso“. Già, ridicolo.

Bonaccini alla Schlein: “Per vincere bisogna allargare…”

Fatto sta che per la Schlein iniziano i guai veri. Il cannoneggiamento di Bonaccini e della sua area riformista contro la segretaria è evidente. Bonaccini in modo soft tenta di bloccare la “fronda”: “Penso che le cose che sono emerse qui vadano raccolte, affinate e messe a disposizione di tutto il Pd. Prodi ci ha insegnato che per vincere bisogna allargare; uscire dall’area ombelicale in cui il Pd è stato per troppo tempo. Tocca a noi chiamare le tante energie che ci sono fuori”. Va da sé che ad assolvere a quest’arte “maieutica” si candidi lui e la sua “non corrente”, Energia popolare. Poi il giochetto di prestigio: “Noi qui non fondiamo una corrente, facciamo vivere un’area politica-culturale che superi il correntismo esasperato che aveva paralizzato il partito”. Evidentemente non raccoglie il consiglio di Mieli ad evitare di essere ridicoli “. Come dire, Elly, fin’ora le cose non sono andate in questa direzione.

Del Rio: “Se la Schlein prende la via sbagliata, bisogna dirglielo”

In giornata alla convention arriva anche lo schiaffio di Graziano Del Rio alla Schlein. Anche lui inizia con la carota, ma poi usa il bastone: “Ognuno di noi viene da storie diverse ma siamo insieme nel Pd, siamo qui perchè lo consideriamo uno spazio di libertà”. Del Rio tenta di spiegare che la nuova corrente-non corrente sarà d’ausilio alla segretaria. Ma poi arriva la zampata. “Tutto questo in servizio alla segretaria? Certamente. Quando si procede in cordata non si taglia la corda del capo cordata. Ma se da dietro vedi che prende la via sbagliata devi avere la libertà di dirlo – è l’affondo del  senatore dem-. Libertà che non è nel posizionamento delle correnti ma di chi crede che un partito deve esercitarla al suo interno. Elly rappresenta tutti, ma questo non significa che non possiamo mettere in campo pensieri lunghi su argomenti importanti”.

La “promozione” di Zingaretti al posto di Cuperlo grida vendetta

Poi c’è l’ex parlamentare Stefania Pezzopane che mette il dito nella piaga: “Abbiamo avuto un esito binario, con gli iscritti che volevano Bonaccini e il secondo turno delle primarie aperte che ha scelto Schlein”. Viene a galla tutto. Segnalare “un problema di democrazia, di come si decide di cambiare il presidente della Fondazione Dem, di sostituire Cuperlo con Zingaretti. Dove si è deciso?” Infatti, la scelta di Elly Schlein di nominare Nicola Zingaretti sta lasciando molte scorie. Il primo a prendela sarebbe stato Cuperlo stesso. Già candidato alle primarie, è stato descritto come molto stupito e dispiaciuto per il suo avvicendamento. Deciso dalla Schlein senza consultarsi con nessuno. Un sgarbo che dalle parti dei  sostenitori del deputato triestino stigmatissano così: “Ma la segretaria ha affidato la Fondazione Pd al leader che si dimise dicendo peste e corna del partito, che si parlava solo di poltrone?”. “Ricominciamo dagli errori compiuti” ha detto allaconvention del correntone di Bonaccini Romano Prodi. Ma la segretaria non è lì ad ascoltarlo. E’ andata via un giorno prima, prima dell’intervento del professore. Sarà un segnale?

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