Rogo alla Rsa, l’inferno di fuoco e fumo da una sigaretta. I sistemi anti-incendio erano fuori uso
La conferma arriva da indagini e testimonianze: nel devastante incendio nella Rsa di Milano, tutto è partito da una sigaretta. Un mozzicone non spento nella stanza 605. Poi, il combinato disposto di sistemi antincendio non a norma. Con impianti di rilevazione fumo malfunzionanti. Ed estintori e porte tagliafuoco fuori uso, ha fatto il resto. I sopralluoghi dei Vigili del Fuoco, i racconti di operatori e pazienti della casa di riposo, hanno portato al riscontro di problemi già noti prima della tragedia. Del resto, la procuratrice aggiunta di Milano Tiziana Siciliano, uscendo dalla Rsa ieri aveva in qualche modo anticipato sul caso l’apertura di un fascicolo per omicidio colposo plurimo aveva sottolineato: «Il punto di origine dell’incendio è il letto di una persona ricoverata. Sull’innesco ci stiamo lavorando»…
Rogo alla Rsa, l’innesco da una sigaretta: ma estintori e porte tagliafuoco erano fuori uso
Dunque, dopo una intensa giornata di sopralluoghi, rilievi e testimonianze – seguito a un tempestivo intervento degli addetti ai lavori con un imponente dispiegamento di forze sul posto per il salvataggio, i soccorsi e le evacuazioni di più di 80 persone, dislocate in maniera efficiente in vari ospedali della città – tutto si riconduce a una sigaretta e a impianti malfunzionanti. Se non addirittura fuori uso. «In entrambe le ali della residenza per anziani infatti – riferisce sul punto il Tgcom24 tra gli altri – i sistemi antincendio non funzionavano. Un problema già segnalato più volte in passato, sia dai sindacati sia da un volantino ancora presente in bacheca a firma di Claudia Zanetti, direttrice della Coop Proges che gestisce la casa di riposo».
Problemi già emersi prima della tragedia
Un volantino che conteneva l’allarme di un problema in corso da tempo. E che a detta del sito citato recita: «A causa delle problematiche degli impianti di rilevazione dei fumi delle due strutture, nel turno notturno, a causa del calo del personale, sarà presente un addetto di un’azienda specializzata nella lotta antincendio ad alto rischio». Oggi, però, gli inquirenti al lavoro sulla tragedia del rogo alla Rsa – costato la vita a 6 anziani. E che ha causato l’intossicazione di 80 residenti della casa di riposo milanese, di cui 2 in condizioni gravissime – indagano anche sui pochi operatori in servizio in quella drammatica notte. Appena sei, a fronte di 150 utenti, ospiti della struttura.
Rogo alla Rsa, il combinato disposto tra sigaretta e sistemi di sicurezza malfunzionanti
Struttura che i Vigili del fuoco hanno dichiarato inagibile nella sua totalità, e non solo nella parte interessata dal rogo. Del resto, i sistemi antincendio non funzionavano in entrambe le porzioni della residenza per anziani. Un allarme rimasto inevaso, che l’innesco di una sigaretta ha fatto esplodere in tutto il suo potenziale drammatico. Un innesco partito dalle braci di una sigaretta non spenta, di cui oggi gli inquirenti, attraverso le dichiarazioni della procuratrice aggiunta di Milano Tiziana Siciliano, sono in grado di individuare la provenienza. «Il punto di origine dell’incendio è il letto di una persona ricoverata».
Rogo alla Rsa, la dinamica di un inferno scoppiato e propagato dal primo piano
La dinamica del rogo partito da quel posto, invece, è ancora la vaglio degli investigatori. Il resto delle indagini registra a conferma di questa ipotesi una grande fiammata, i cui segni sono ancora impressi sul soffitto della stanza in questione. E tanto fumo: nero e tossico, che si è velocemente propagato dal primo piano in su mietendo vittime e intossicati.