Processo a Pino Insegno: è amico della Meloni. Lui non raccoglie: “Faccio questo mestiere da 40 anni”

8 Lug 2023 15:31 - di Carlo Marini
Pino Insegno, Rai

«Quando sfoglio i giornali mi diverto a leggere cose che non sono mai uscite dalla mia bocca. Ma devo dimostrare in campo quello che valgo, sono 40 anni che faccio questo mestiere»: Pino Insegno non ci sta a passare per “raccomandato” della Meloni. «La mia storia è visibile a tutti, è quella che parla per me», ha ricordato l’attore e doppiatore romano in occasione della serata dedicata alla presentazione della nuova offerta Rai a Napoli.

Pino Insegno evita di rispondere alle polemiche

Le domande dei cronisti battono sul suo ritorno in Rai e sulle polemiche (riservate solo a lui e mai ai tanti testimonial che negli anni hanno supportato Veltroni, Prodi, Schlein e i leader della sinistra) legate alla sua partecipazione ad eventi politici di Fratelli d’Italia. «Le polemiche lasciamole stare – ha aggiunto Insegno – affronto la vita con un sorriso, anche se non è un film, e tento di viverla quotidianamente affrontando i dolori con un gran sorriso. Sono molto sereno perché so quello che la gente si aspetta da me, sono abituato a combattere da sempre».

A settembre Pino Insegno condurrà nell’access prime time di Rai2 Ilmercanteinfiera e dal 1 gennaio nel preserale di Rai1 con L’Eredità. Due conduzioni pesanti, ma che sono coerenti con la carriera dell’artista romano. «Sono esattamente 40 anni, a giugno, dal primo provino. Garinei, Verde e Siena mi videro nell’Allegra Brigata e Bramieri ci scelse per fare il sabato sera di Rai1. Ora è il 2023, e mi sembra giusto ricordare anche le quasi duemila puntate con la Premiata Ditta», aggiunge Pino Inssegno. «Ho doppiato più di 400 film, la prossima settimana doppierò Jamie Foxx e lo farò come se fosse il primo giorno».

La sua vita «è stata sempre faticare, dimostrare. Faticai anche al primo provino da doppiatore, perché ero considerato un comico. Anche quando iniziai a fare il presentatore, a condurre i quiz, mi facevano notare che ero un comico. Ho sempre cercato di fare del mio meglio e non ho mai sbagliato: anche allo Zecchino d’oro, e ne ho fatti quattro, ho centrato il record di ascolti. L’importante è fare bene il proprio mestiere, la gente ti vuole bene a prescindere, non è che uno lavora in teatro solo perché conosce il padrone del teatro».

Il diverso trattamento per Lino Guanciale, che è amico della Schlein

A gennaio poi all’Eredità prenderà il posto di Flavio Insinna: «È un passaggio di testimone. Ma nessuno si è mai chiesto dopo 500 puntate di preserale perché non ci fossi più io…».

L’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio invita i cronisti a fare un piccolo sforzo di memoria:  «Non credo sia il primo, l’unico o l’ultimo conduttore che parteciperà o abbia partecipato ad eventi politici. È chiaro che in Rai abbiamo delle policy e le applicheremo per evitare strumentalizzazioni. Non è un elemento che ci possa far decidere delle conduzioni».

Qualche nome? La cantante Gigliola Cinquetti, che fu speaker della campagna elettorale di Romano Prodi per L’Ulivo e che si trasformò in conduttrice per la Rai: nessuno ebbe a mugugnare quando le venne affidata la conduzione di più di un programma. Gli esempi sarebbero numerosi. Per restare in tempi più recenti, prendete l’attore Lino Guanciale, schierato con la sinistra, tanto da essere stato portavoce del Comitato per Elly Schlein alle primarie Pd: nessun giornalista gli ha mai chiesto se le sue tante presenze nella fiction Rai siano influenzate dalla politica. Quindi, se parlando di Rai, Lino Guanciale è scelto perché bravo e “funziona”, perché dovrebbero ragionare diversamente per Pino Insegno?

 

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