Morte di Purgatori, si rafforza l’ipotesi di una diagnosi sbagliata: “In testa ischemie, non metastasi”
“Quanto emerso finora consolida le nostre tesi, ovvero che Purgatori sarebbe stato colpito da ischemie cerebrali”. Sulla morte di Andrea Purgatori, i primi esiti degli esami autoptici confermano le tesi della famiglia del giornalista, che si affida a una breve nota, anche se poi arriva la frenata dei legali: “Confermando quanto già detto, ribadiamo che un esito in merito all’autopsia lo si potrà conoscere solo dopo le ulteriori operazioni autoptiche previste per il 6 settembre”.
Su Purgatori due ipotesi e due diagnosi
Nel fascicolo d’inchiesta aperto con l’ipotesi di reato di omicidio colposo sono per il momento iscritti sul registro degli indagati due medici: il professor Gianfranco Gualdi, direttore della radiologia d’urgenza del policlinico universitario Umberto I di Roma e responsabile della radiologia della clinica Pio XI, e il dottor Claudio di Biasi, membro della sua équipe.
I primi di maggio Purgatori si rivolse alla clinica Pio XI, dove gli venne diagnosticato un tumore al polmone con metastasi cerebrali. Per questo venne sottoposto a una radioterapia all’encefalo ad alto dosaggio. Accertamenti successivi in un’altra struttura confermarono il cancro, non rilevarono però metastasi al cervello ma tracce ischemiche. L’ipotesi è che a causare la morte del giornalista sia stata una pericardite settica, dovuta a un’infezione che il giornalista avrebbe contratto debilitato dalla radioterapia.