Mattarella: «Borsellino dimostrò che la mafia può essere sconfitta». FdI: «Un grande eroe»

19 Lug 2023 11:06 - di Fulvio Carro
borsellino

«Borsellino e Falcone avevano dimostrato che la mafia poteva essere sconfitta». Lo dichiara il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Il loro esempio ci invita a vincere l’indifferenza, a combattere le zone grigie della complicità con la stessa fermezza con cui si contrasta l’illegalità, a costruire solidarietà e cultura dove invece le mafie puntano a instillare paura».

Borsellino: Mattarella sull’eccidio Via D’Ameli0

«La Repubblica si inchina alla memoria di Paolo Borsellino, magistrato di straordinario valore e coraggio, e degli agenti della sua scorta – Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina – che con lui morirono nel servizio alle istituzioni democratiche», afferma ancora Mattarella.

«Quel barbaro eccidio, compiuto con disumana ferocia, colpì l’intero popolo italiano e resta incancellabile nella coscienza civile. Il nome di Paolo Borsellino, infatti, al pari di quello di Giovanni Falcone, mantiene inalterabile forza di richiamo ed è legato ai successi investigativi e processuali che misero allo scoperto per la prima volta l’organizzazione mafiosa e ancor di più è connesso al moto di dignità con cui la comunità nazionale reagì per liberare il Paese dal giogo oppressivo delle mafie»

Lollobrigida: ferita che ha squarciato l’anima della Nazione

«Una ferita che squarciò l’anima dell’intera Nazione». Lo scrive su Facebook il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. «Nel giorno dell’anniversario della strage di Via D’Amelio, ricordiamo Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta. Ricordiamo il loro coraggio, la loro determinazione, il loro credere in un’Italia e un mondo libero dal cancro mafioso. Come ogni 19 luglio, come ogni giorno: non dimentichiamo».

La Russa: «Borsellino  grande eroe italiano»

«Oggi ricorre il trentunesimo anniversario della morte di Paolo Borsellino, un grande eroe italiano: un uomo che con coraggio ha dedicato la propria vita al bene della comunità affrontando a testa alta la criminalità organizzata. Il suo insegnamento è patrimonio comune e rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per tutti coloro che credono nei valori della giustizia e della legalità». Così il Presidente del Senato Ignazio La Russa.

«Quel 19 luglio 1992, insieme a Paolo Borsellino persero la vita gli agenti della scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina -ricorda la seconda carica dello Stato- . Voglio ricordarli, insieme alle tante donne e uomini che, ispirati anche dal loro esempio, onorano la Nazione e si sacrificano ogni giorno per difendere i valori irrinunciabili di libertà e sicurezza. Paolo Borsellino ci ha lasciato un’eredità importante. Una eredità che abbiamo il dovere di onorare e tramandare. Oggi, 19 luglio, con i nostri cuori, le nostre storie e le nostre coscienze, siamo tutti in via D’Amelio».

Delmastro: governo a testa alta

«L’esempio e la lezione di Paolo Borsellino è più viva che mai. Con la mafia nessun compromesso morale, nessuna indifferenza, nessuna contiguità, nessuna complicità. Il Governo Meloni, come primo atto, ha scongiurato la sostanziale abrogazione dell’ergastolo ostativo e poi è stato fortemente impegnato a difendere il carcere duro nei confronti di mafiosi e terroristi». È quanto dichiara Andrea Delmastro delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia. «Nulla di più che il nostro dovere, ma l’aver adempiuto al nostro dovere, senza tentennamenti, ci consente oggi di partecipare a testa alta alle commemorazioni di Paolo Borsellino e della sua scorta».

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