Mafia, 40 anni fa l’assassinio di Rocco Chinnici, cerimonia a Palermo. Il governo: “Il 41 bis non si tocca”
Ricorrono il 29 luglio i 40 anni dall’assassinio di Rocco Chinnici e della strage di via Pipitone; dove persero la vita anche i carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta e Stefano Li Sacchi. Chinnici, dopo l’assassinio di Cesare Terranova, divenne il capo dell’Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo in un momento cruciale della storia della lotta alla mafia. “Il ricordo del suo esempio e del suo lavoro sono una pietra miliare dell’antimafia”. Così il presidente della commissione bicamerale Antimafia, Chiara Colosimo.
“Con lui si afferma la convinzione che il contrasto alla mafia non puó fondarsi soltanto sulla repressione; ma principalmente su una forte e comune coscienza civile – continua il presidente -. Il suo sacrificio e il suo esempio, devono tenere viva la memoria sulle barbarie delle organizzazioni criminali. E rappresentare un monito per mantenere sempre alta l’attenzione contro le organizzazioni criminali, in una fase delicata caratterizzata da una nuova mafia, che si è integrata nel tessuto economico, ma che non hai perso la sua connotazione violenta”.
40 anni fa la mafia assassinava Rocco Chinnici. Colosimo: “Il primo magistrato moderno”
Chiara Colosimo aggiunge: “Ideatore e ispiratore del ‘pool antimafia’ – a Chinnici dobbiamo un metodo innovativo di indagine. Fu il primo magistrato moderno ad aver capito che la lotta alla mafia andava fatta centralizzando le indagini. Comprese l’importanza di studiare unitamente il fenomeno mafioso; nel tentativo di ricercare le interconnessioni tra i grandi omicidi ed eventi minori, con delle straordinarie intuizioni e la valorizzazione del lavoro di squadra in ambito investigativo”. “La sua attività quotidiana, fatta di impegno e di dedizione per l’affermazione della legalità – aggiunge- è sempre stata rivolta alle giovani generazioni, a cui si rivolgeva spesso in occasioni pubbliche”.
Conclude Colosimo: ” Proprio Paolo Borsellino lo ricordava cosi: ‘Rocco Chinnici non si stancò mai di ripetere, ogni volta che ne ebbe occasione, che solo un intervento globale dello Stato, nella varietà delle sue funzioni amministrative, legislative ed, in senso ampio, politiche, avrebbe potuto sicuramente incidere sulle radici della malapianta, avviando il processo del suo sradicamento’”.
Mafia, commemorazione per Chinnici. Il governo: “Il 41 bis non si tocca”
Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri. Antonio Tajani, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani; il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il prefetto Maria Teresa Cucinotta; e i figli del giudice Rocco Chinnici, Giovanni e Caterina, hanno deposto una corona di fiori in via Pipitone. Raoul Russo, senatore di Fratelli d’Italia e componente della commissione parlamentare Antimafia aggiunge: “Non solo abbiamo il dovere morale di ricordarlo, ma per rispettare la sua memoria è doveroso mantenere, come il governo Meloni si è impegnato a fare, l’impianto della legislatura antimafia, a partire dal 41 bis”.
“Siamo in prima linea – ribadisce Tajani- il governo vuole continuare a battersi. Il 41 bis non si tocca. Non si fa nulla che possa sembrare una marcia indietro rispetto alla lotta contro il crimine organizzato. Io sono ottimista perché gli italiani stanno dalla parte delle forze dell’ordine, della magistratura, dello Stato”.