“Macron dimettiti” e giù fischi: 14 luglio amaro per il presidente. Niente discorso alla Nazione
“Macron dimettiti! Tutto bene alle gloriose celebrazioni della presa della Bastiglia? Non proprio. Il protocollo è stato rispettato con la tradizionale parata militare sugli Champs-Elysées. Ma per monsieur le president non è stata un giornata radiosa. Il capo dello Stato francese, che ha passato in rassegna le truppe accompagnato dal generale Thierry Burkhard, è stato pesantemente contestato. Prima della conclusione sulle note della Marsigliese il presidente francese è stato sonoramente fischiato dalla folla al grido di “Macron démission”.
Fischi per Macron alla parata del 14 luglio
Per ritrovare un clima così acceso dobbiamo risalire al 2019, quando, sempre in occasione delle celebrazioni del 14 luglio, Macron venne pesantemente attaccano da alcuni gilet gialli. Celebrazioni decisamente sotto tono per questa edizione in un Parigi blindata dopo le rivolte delle banlieu delle scorse settimane. La rabbia sociale è tutt’altro che sopita. Il clima per l’inquilino dell’Eliseo è pessimo tanto che ha deciso di rinunciare al consueto discorso alla nazione in diretta televisiva. Un forfait significativo. Tanto più che nelle intenzioni del presidente, beffa delle beffe, doveva essere l’occasione pubblica per riappacificarsi con il ‘suo’ popolo. E fare il bilancio dei “100 giorni di pacificazione” promessi dopo il braccio di ferro e le rivolte cittadini contro la riforma delle pensioni.
Il presidente rinuncia al discorso alla Nazione
Un’illusione, visto l’escalation di proteste che hanno infiammato tutta la Francia dopo la morte del giovane Nahel. Troppo rischioso presentarsi in tv e aggiustare maldestramente il tiro. “Se il presidente parla e in seguito scoppia ancora il caos, passiamo per degli idioti», ha detto in forma anonima un deputato macronista a BfmTv. La temperatura è bollent anche dentro l’esecutivo, che verrà “rimpastato” nei prossimi giorni. I ministri sarebbero sull’orlo di una crisi di nervi, stando a un articolo ben informato de “Le Parisien”. Con l’inquilino dell’Eliseo sempre più arroccato e distante che galleggia, campione di ambiguità e machiavellismo.
Rimpasto in vista, a rischio la prima ministro Borne
Che cosa accadrà negli equilibri interni dell’esecutivo. La prima a essere a rischio poltrona è la primo ministro Élisabeth Borne, reduce da un anno accidentato. Al suo posto potrebbe arrivare Gérald Darmanin, attuale ministro dell’Interno. “Preparatevi che il rimpasto potrebbe arrivare sabato o domenica sera” segnale una fonte dell’Eliseo. Non sono è meno traballante la posizioni della bella Marlène Schiappa, ex pupilla di Macron, inciampata in un’intervista poco istituzionali su Playboy con tanto di foto soft-porn. Valigie in vista anche per il troppo “eretico” ministro dell’Istruzione di Pap Ndiaye. Mormorii, retroscena ma nulla di ufficiale. Macron non scopre le carte e lascia sui carboni ardenti i suoi ministri e collaboratori per dimostrare che il capo indiscusso è ancora lui. Che è ancora lui a dare le carte. Fischi e rivolte sociali permettendo.