Il nodo dei lasciti di Berlusconi: chi fra i figli dovrà pagarli e chi no al fratello, alla compagna e a Dell’Utri

7 Lug 2023 11:52 - di Redazione

C’è il nodo dei lasciti in denaro che Silvio Berlusconi ha disposto per il fratello Paolo, la compagna Marta Fascina e l’amico di sempre Marcello Dell’Utri nel testamento del Cavaliere aperto ieri  e, in particolare, chi, fra i figli, è tenuto a pagarlo e chi, invece, no.

L’onere spetterebbe, secondo alcuni esperti interpellato dall’Adnkronos, solo ai figli di primo letto del Cav, cioè Marina e Pier Silvio a cui l’ex-premier ha destinato la quota disponibile della sua eredità.

Stando all’ultimo testamento olografo del leader azzurro, scritto il 19 gennaio 2022 sulla strada per il San Raffaele, col timore di ”non tornare a casa”, sottoforma di foglio di appunti su carta intestata “Villa San Martino”, questo onere sembrerebbe gravare sui quattro figli maggiori e non sull’ultimogenito, Luigi.

Il lascito, contenuto in una busta non sigillata indirizzata ”ai miei figli” e firmata “il vostro papà“, si rivolge, infatti, ai soli Marina, Pier Silvio, Barbara ed Eleonora.

“Vi prego di prendere atto – si legge testualmente – di quanto segue: dalle vostre eredità di tutti i miei beni dovreste riservare queste donazioni a 1) Paolo Berlusconi: euro 100 milioni 2) a Marta Fascina: euro 100 milioni 3) a Marcello Dell’Utri euro 30 milioni, per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me”.

Si tratta di un documento che “chiaramente il Cavaliere avrà scritto velocemente e senza consulenza”, commenta il notaio Daniela Corsaro, non nascondendo che “questo testamento un po’ di problematiche le pone senza ombra di dubbio”.

Il problema è che ci sono tre testamenti, uno successivo all’altro.

Il 2 ottobre 2006, pochi giorni dopo il suo settantesimo compleanno, Silvio Berlusconi, che è ad Arcore, scrive, di suo pugno e con mano ferma, in maniera formale con stilografica nera su un “foglio da blocco note di colore giallo paglierino, recante intestazione ‘Villa S.Martino”, le sue ultime volontà nel primo testamento olografo – sono ventuno righe, undici su una facciata e dieci sull’altra – affidando la maggioranza di Fininvest e le chiavi del suo impero ai figli di primo letto, Marina e Pier Silvio: “lascio la disponibile in parti uguali a Marina e Pier Silvio e tutto il resto in parti uguali ai miei cinque figli”.

Il problema nasce proprio da qui. Ai tre figli, avuti con Veronica Lario, quindi, spetta solo la quota legittima dell’eredità paterna che, a norma di legge, è intoccabile.

L’articolo 549 del codice civile pone, infatti, il “divieto di pesi o condizioni sulla quota dei legittimari”.

In pratica se i lasciti in favore di Paolo, Fascina e Dell’Utri andassero a gravare anche su Barbara ed Eleonora, evidenzia il notaio Daniela Corsaro,”verrebbe intaccata la loro quota legittima, quindi loro potrebbero rifiutarsi di adempiere a questi legati”.

E allora, in quel caso, chi dovrebbe sborsare i 230 milioni che il padre ha promesso alla compagna, al fratello e all’amico di sempre?

“Da un’interpretazione rigorosa dell’articolo 549 del Codice civile, che non consente di porre pesi o condizioni sulla quota della legittima – spiega il notaio – il peso dell’adempimento di questo legato dovrebbe gravare soltanto su Marina e Pier Silvio”.

Certamente non su Luigi, l’ultimogenito, colui che più assomiglia a Silvio Berlusconi.

Il fatto che nella lettera del 2022 “siano nominati soltanto Marina, Pier Silvio, Barbara ed Eleonora, e non anche Luigi, pone interrogativi sul fatto che il testatore abbia voluto esonerare quest’ultimo dall’onere”, fa notare all’Adnkronos l’avvocato Gian Luca Grossi, partner dello studio Pirola Pennuto Zei & Associati.

“Tuttavia, in ogni caso – sottolinea il legale – essa dovrebbe, in linea di principio, avere ricadute limitatamente alla quota disponibile del primo testamento, cioè quella lasciata a Pier Silvio e Marina”.

Stesso dicasi, evidenzia Grossi, per la donazione di 100 milioni di euro a favore di Paolo Berlusconi, disposta con il testamento olografo del 5 ottobre 2020, che, “laddove conferma espressamente il testamento del 2 ottobre 2006, sembra limitarsi a disporre un legato teoricamente destinato a gravare soltanto sulla quota disponibile”.

Il primo lascito viene, infatti, ‘integrato’ il 5 ottobre del 2020, sempre nella sua storica residenza brianzola, appena guarito dal Covid, con una ”donazione” a favore del fratello Paolo di 100 milioni di euro.

Anche in questo caso la carta è la stessa, giallo paglierino con intestazione ‘Villa S. Martino‘. La mano è sicura, asettica la forma.

Cambia tutto in occasione della redazione del terzo lascito, il 19 gennaio 2022.

La scrittura sembra più tremolante, il tono più intimo, preoccupato. Silvio Berlusconi sta per andare all’ospedale per un altro ricovero, l’ennesimo in pochi anni, e l’ex-premier sembra temere, stavolta, di non tornare a casa: “Cara Marina, Pier Silvio, Barbara e Eleonora, sto andando al San Raffaele, se non dovessi tornare vi prego di prendere atto di quanto segue”.

Il leader azzurro mette nero su bianco la richiesta ai figli suoi eredi legittimi di ‘versare’ 100 milioni di euro alla compagna Marta Fascina, 30 milioni di euro all’amico di sempre Marcello Dell’Utri e 100 milioni di euro al fratello Paolo, “per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me”.

Esclude solo Luigi, l’ultimogenito, che molti considerano il suo ‘pupillo‘, forse perchè il più piccolo e quello che anche fisicamente gli assomiglia di più. E di fatto, fanno notare, gli ‘fa un favore’, perchè, carte alla mano, i lasciti disposti per il fratello minore, la fidanzata e Dell’Utri non dovrebbero essere presi dalla sua eredità.

Grazie, tanto amore a tutti voi, il vostro papà”, è il messaggio d’amore finale. L’ultimo saluto di un uomo sinceramente generoso.

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