Genova, decapitato e sventrato di cuore e fegato da due egiziani: voleva licenziarsi dalla barberia

31 Lug 2023 14:39 - di Leo Malaspina

Un rituale macabro, una vendetta satanica quella messa a segno da due egiziani, a Sestri Ponente, vicino Genova, nei confronti di un diciottenne, loro connazionale, che come unica colpa aveva quella di volersi licenziare dal “Barber shop” nel quale lavorava, forse per passare alla concorrenza. I dettagli del  ritrovamento del corpo di Sayed Mohamed Mahmoud Abballa sono orripilanti. I due assassini, dopo averlo ucciso a coltellate, per cercare di disfarsi del cadavere lo hanno messo all’interno di una valigia e portato in taxi da Genova a Chiavari. Qui alla foce dell’Entella lo hanno mutilato e decapitato sventrandone anche cuore e fegato e gettando poi in mare il corpo del giovane. ucciso dai due egiziani.

Il cadavere mutilato dai due egiziani, forse per vendetta

Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel, detto Tito e Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel, chiamato Bob, titolari della barberia di Sestri Ponente dove lavovava la vittima, dovrebbero aver ucciso Sayed Mohamed Mahmoud Abballa nell’appartamento al civico 40 di Via Vado a Sestri Ponente dove il ragazzo abitava.

Il suo cadavere era stato recuperato alcuni giorni fa nelle acque fra Santa Margherita e Portofino. Secondo la ricostruzione degli inquirenti Abdalla sarebbe stato ucciso con un coltello o un punteruolo. Gli investigatori ipotizzano una lite di lavoro alla base. Uno degli elementi decisivi sarebbe un video registrato da una telecamera di sorveglianza.

Un tassista ha confermato di aver portato i due assassini, con due grosse vaòogie. fino al litorale ligure, sul luogo dove i due egiziani si sono disfatti del cadavere fatto a pezzi. Secondo altre ipotesi, il delitto potrebbe anche essere maturato  negli ambienti della droga. Abdalla, che lavorava come aiuto parrucchiere in due saloni, uno in via del Campo nel cuore del centro storico, e uno a Sestri Ponente, negli ultimi mesi – secondo i carabinieri – aveva iniziato a spacciare anche se non risultano precedenti o segnalazioni a parte per una lite con un coetaneo mentre era ospite in una comunità per minori stranieri non accompagnati da cui era uscito da mesi.

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