Biden, nuove grane per il figlio Hunter. La corsa del 2024 alla Casa Bianca si complica
Sta diventando ogni giorno sempre più complicato e imbarazzante per Joe Biden e per il suo staff cercare di coprire tutti i disastri compiuti dal figlio Hunter Biden le cui intemperanze, perfino riprese in un oramai celebre video custodito in un pc dimenticato in un negozio, rischiano di azzoppare definitivamente la carriera politica del presidente che ha già annunciato la sua ricandidatura alla corsa elettorale alla Casa Bianca nel 2024 e che viene dato assolutamente perdente dagli implacabili sondaggi.
Fumando crack, una delle droghe più pericolose al mondo, il 1° agosto 2018, Hunter Biden, si è ripreso con il cellulare mentre sfreccia con la sua Porsche 911 per un incontro con tre prostitute: la foto del cruscotto, pubblicata dai giornali Usa, mostra che stava accelerando a 275 chilometri orari sotto l’effetto degli stupefacenti. Un reato gravissimo negli Usa.
Il vecchio computer di Hunter Biden che il figlio del presidente Usa ha abbandonato in un negozio del Delaware secondo quanto svela il ‘New York Post‘, è diventato una dannazione per Joe Biden.
“Alcune immagini – scrive il giornale statunitense – mostrano Hunter con in mano quello che sembra una pipa per il crack mentre guida nel quartiere residenziale di Arlington, in Virginia”
Le foto, ricorda il giornale, sono state “scaricate da Marco Polo, una società senza scopo di lucro guidata dall’ex-assistente di Donald Trump, Garrett Ziegler“.
Da quel momento, rileva il ‘New York Post‘, Hunter Biden non avrebbe più consumato droga e attualmente sta affrontando una causa civile contro il proprietario del negozio di riparazioni di computer del Delaware, John Paul Mac Isaac.
Ma, per quanto gravissima, la faccenda del crack e della guida spericolata a quasi 300 chilometri orari, sta diventando persino un dettaglio rispetto agli imbarazzanti tentativi dello staff di Biden di silenziare le indagini e gli accertamenti sul figlio.
A maggio erano emerse pesanti ingerenze nell’indagine del fisco Usa, il temutissimo Irs, l’Internal Revenue Service, su Hunter Biden.
Su pressione del Dipartimento della Giustizia, Usa, guidato dal fedelissimo di Biden, Merrick Garland, era stata rimossa l’intera squadra che indagava su Hunter Biden per frode fiscale.
Un’epurazione denunciata con una lettera dagli avvocati del whistleblower che aveva fatto rivelazioni al Congresso sulla delicata faccenda.
“Oggi l’agente speciale per la supervisione criminale dell’Internal Revenue Service (Irs) che rappresentiamo – avevano scritto i legali – è stato informato che lui e tutto il suo team investigativo sono stati rimossi dalla delicata indagine in corso su un argomento controverso e di alto profilo su cui il nostro cliente ha cercato di fare rivelazioni al Congresso”. Ed è solo il più recente di una serie di ripetuti tentativi di Joe Biden di silenziare gli accertamenti sul figlio Hunter.