Prodi non si rassegna e sogna il miracolo: “La destra non è un destino. Col riformismo vinciamo”

10 Giu 2023 20:33 - di Alessandra Danieli

“L’Europa sta andando a destra ma non è un destino ineluttabile”. Romano Prodi non si rassegna a morire meloniano e torna a dispensare consigli alle opposizioni. Anzi al Pd, visto che non perde occasione per criticare gli attacchi quotidiani dei terzopolisti, Calenda e Renzi, che osteggiano il lavoro del Nazareno. Ospite alla “Repubblica delle Idee” a Bologna,  il professore, al quale tanti giovani progressisti si rivolgono come a un padre nobile, tuona contro i nuovi nazionalismi in giro per l’Europa. E predica, come sempre, il riformismo progressista. Parola ormai sconosciuta al nuovo corso del Pd a traino Schlein. Alla quale in una recente intervista Prodi ha ricordato che in politica servono “cuore e cervello”.

Prodi spera nel miracolo: la destra non è un destino ineluttabile

“Attenzione”, dice l’ex premier che gioca in casa. “Se noi recuperiamo il riformismo, noi ricostruiamo un’Europa, che se ne può andare in modo assolutamente differente dal recente passato. Il problema è riacquistare una nostra identità. Riacquistare le idee fondamentali che ti portano ad avere il diritto di governo”. Già ma come? La destra, secondo Prodi, si afferma perché sta portando avanti due paure. “La paura delle tasse e quella dell’immigrazione. Bisogna spiegare le due cose con chiarezza. Le tasse ci vogliono, ma devono essere giuste, progressive, non flat, servono per salare il welfare state. Se iniziamo a spiegare questo, si torna a vincere”.

“Se vogliamo perdere, continuiamo ad andare divisi”

Si mostra insolitamente ottimista il sornione professore bolognese, padre di quell’Ulivo che sconfisse Berlusconi nel ’96 ma poi si arenò miseramente. Ripete, come in un training autogeno, che la destra non è un destino fatale. Non manca qualche reprimenda al Pd. “Come ridare più sangue al Pd? Il sangue lo si conquista sul terreno. Non basta dire ‘l’ambiente’, bisogna fare proposte concrete e col coltello in bocca e andarle a divulgare”. Ma la vera parola chiave è ampia coalizione. ”Se vogliamo perdere, allora continuiamo ad andare divisi. Ma se vogliamo vincere, serve una ampia coalizione”, insiste Prodi.

Torniamo progressisti e torneremo a vincere

“Facciamo la grande proposta riformista attorno alla quale poi fare le alleanze. Ma non facciamo il gioco dei piccoli partiti che si mettono insieme perché i vertici si mettono insieme. Se vuoi riportare il riformismo a vincere le paure, bisogna convincere la gente che il riformismo porta più sicurezza Bisogna chiamare il Paese, avere un po’ di idee pazze…”. E l’Europa? Che sta dando molte soddisfazioni al premier Meloni, a differenza delle previsioni delle Cassandre di sinistra. ”L’Europa è il più bel pane che sia mai stato fatto, creato nella politica”, dice l’ex presidente della Commissione Ue. “Ma è ancora un pane mezzo cotto e mezzo crudo. E allora non è buono se lo teniamo così, dobbiamo cuocerlo del tutto. Dobbiamo avere un Europa che decida”. Invece, neanche a dirlo, “c’è chi la vuol far tornare indietro”.

“Ho 84 anni devo pensare a morire sano…”

Al premier Meloni, infine, manda a dire senza tanti giri di parole, di essere un pericolo. ”L’idea che l’imposta sia un pizzo pagato allo Stato è un’idea che stravolge il sistema democratico. Se spieghiamo bene questo, si torna a vincere, ma bisogna essere chiari”. Infine una nota di realismo. Tornare a svolgere un ruolo attivo in politica? “Ragazzi, ho 84 anni… Devo pensare, come si dice in Romagna, a morire sano”.

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