Pd alla deriva, la Schlein si riaffaccia sulla piazza, ma s’intrufola da subalterna nel corteo M5S

17 Giu 2023 16:17 - di Chiara Volpi
Schlein

Dal convegno alla piazza: Elly Schlein ha confermato la sua presenza alla manifestazione romana di questo pomeriggio. La segretaria dem sarà alla partenza del corteo contro la precarietà organizzato dal M5S. Un bagno di folla che la leader Pd ha accuratamente evitato fino ad oggi, con una incursione low profile nell’Emilia devastata dall’alluvione. E una presenza con riserva – al limite dell’invisibilità – all’oceanico funerale di Silvio Berlusconi e, subito dopo, a quello di Flavia Franzoni, moglie di Romano Prodi. Insomma, esequie a parte, la numero uno di Largo del Nazareno ha scelto il raduno grillino per riproporsi de visu agli elettori, e chiudere un periodo di riserbo in cui si è trincerata per le polemiche e le recriminazioni che le sono piovute addosso. Specie dopo le ultime tornate elettorali.

Schlein all’apertura del corteo del M5S, ma in secondo piano

E lo fa, per quanto in prima fila all’apertura del corteo, da dietro le quinte di un’iniziativa targata M5S. E soprattutto, rinviando al classico «lunedì la mobilitazione Pd, sui temi della nostra agenda». Una dichiarazione d’intenti, l’ennesima, annunciata nel suo intervento al seminario sul Pd, Ritorno al futuro, in corso a Bologna, in cui la segretaria dem ha anticipato bellicosamente: «A partire da lunedì vorremo chiedere a questa comunità una mobilitazione forte sui temi della nostra agenda. Un’agenda che rischia di non passare con un governo che pensa di decidere non solo come governare ma anche come si deve fare opposizione».

Il primo appuntamento con la piazza dopo un periodo di imbarazzato riserbo

Il ritornello è sempre lo stesso, insomma, cambia il pulpito da cui intonarlo. E non è un dettaglio da poco. Con buona pace dei riformisti Pd in cerca di ricette e soluzioni che tardano ad arrivare dalla direzione, la leader della sinistra italiana non trova meglio da fare che rispolverare la solita tiritera antigovernativa per rilanciare, tra piagnisteo e spiccioli d’interventismo, una strategia di rimessa che teorizza dal convegno bolognese, asserendo: «Non abbiamo alternative ad affinare gli strumenti di partecipazione e di mobilitazione – ha scandito la Schlein per riprendere il filo del discorso con la piazza, dopo il blackout elettorale e le fronde interne al partito di cui è alla guida –. Si vede il seme di una cultura di governo che non è a sufficienza attenta e rispettosa delle prerogative dell’opposizione e dei valori costituzionali».

Soliti slogan, solite dichiarazioni d’intenti. La Schlein annuncia: «Da lunedì…»

L’intento, almeno sulla carta ed enucleato fin qui a parole, sarebbe quello di riuscire a mobilitare il Paese su temi come la sanità, il lavoro, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e l’Autonomia differenziata. Temi che, per la Schlein si tratta di condividere con le altre forze democratiche ed ecologiste europee. Ecco perché, citando l’esempio del lavoro, si è rivolta ai partiti delle opposizioni sottolineando la necessità di «lavorare insieme su alcune proposte fondamentali del Pd che vogliamo mettere in condivisone». E non solo oltreconfine, anche in casa. Perché la priorità, sventolata ma non ancora decisamente brandita, per il neo-segretario dem è «dare forza e gambe alle nostre proposte» contro il governo guidato da Giorgia Meloni.

Pd alla deriva, la Schlein s’intrufola da subalterna nel corteo del M5S…

Insomma, la casacca, per quanto “armocromata”, è sempre quella della militante allo sbaraglio che, per di più, stavolta si ritrova a rincorrere dal fondo il campo largo delle intese con un altro partito che punta a sfilargli il gagliardetto del primo posto nella corsa all’opposizione. Una corsa rispetto alla quale Elly Schlein sembra affannare. Accusare ritardi e disorganizzazione. E anche di più. Come ha commentato poco fa su Twitter, tra gli altri, il senatore del gruppo Azione-Italia viva, Enrico Borghi, la leader del Pd si ritrova alle prese di una rincorsa in cui sembra «intrupparsi nel corteo di altri, sostenendo tesi altrui», e rendendosi «subalterno».

E dal M5S ribadiscono il concetto

Un secondo posto, quello finora inseguito dalla Schlein, che persino le parole della pentastellata Patty L’Abbate (M5S), vice presidente della commissione Ambiente, anche lei in piazza per prendere parte al corteo, rimarca sottilmente. La quale, asserendo: «Sicuramente ci fa piacere. Fa piacere che le forze politiche che sono all’opposizione colgano quello che stiamo facendo e portino avanti quelli che sono i nostri temi da sempre», non fa altro che ribadire la deriva del Pd nelle acque agitate dell’opposizione. Un partito ai remi, col timone oscillante…

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