Nuovi guai per Elon Musk, editori musicali contro Twitter: causa da 250 milioni di dollari sul copyright
Ancora guai per Twitter capitanato da Elon Musk: stavolta a scendere in campo e levare gli scudi sono gli editori musicali. O meglio: il colossi del settore, tutti coalizzati contro il miliardario dei cinguettii sul web. Da Universal Music Publishing Group. Warner Chappell Music. E Sony Music Publishing, tra gli altri, straripa di nomi illustri la lista dei big delle case editrici discografiche che stanno facendo causa alla piattaforma social per «massicce violazioni del copyright», che riguardano i rispettivi cataloghi musicali delle società. Diciassette editori musicali, che detengono i diritti di artisti come Drake, Taylor Swift e Adele, hanno intentato un contenzioso congiunto presso il tribunale federale del Tennessee. Chiedono più di 250 milioni di dollari di danni. La X Corp di Elon Musk, proprietaria di Twitter, è l’unica imputata.
Twitter citata in giudizio dagli editori musicali per 250 mln di dollari di diritti d’autore
«Twitter è la più grande piattaforma di social media che si è completamente rifiutata di concedere in licenza i milioni di canzoni presenti sul suo servizio», ha dichiarato in un comunicato David Israelite, amministratore delegato della National Music Publishers Association. Aggiungendo: «Twitter sa benissimo che la musica viene diffusa, lanciata e ascoltata in streaming da miliardi di persone ogni giorno sulla sua piattaforma. Non può più nascondersi dietro il Digital Millennium Copyright Act e rifiutarsi di pagare gli autori e gli editori musicali». E non è ancora tutto. Israelite ha accusato Twitter di aver messo in piattaforma musica, video musicali protetti da copyright e altro materiale.
L’accusa a Twitter: « Ignora abitualmente i trasgressori recidivi e le violazioni note»
Secondo le regole del Dmca, Twitter e altri siti web di social media sono protetti da attacchi al diritto d’autore per il materiale caricato dagli utenti, a condizione che si impegnino a rimuovere il materiale violato e a punire gli utenti colpevoli. Tuttavia, i promotori della vertenza sostengono che Twitter non sia riuscito a farlo. Non solo. Come riferisce l’Adnkronos in un servizio sul contenzioso stellare, «Twitter sostiene inoltre di rimuovere rapidamente i contenuti in risposta a reclami validi, quasi sempre entro ore dalle segnalazioni iniziali, se non in pochi minuti», si legge nella causa. «Ma la realtà è che Twitter ignora abitualmente i trasgressori recidivi e le violazioni note. Rifiutandosi di adottare le semplici misure di cui dispone per fermare questi specifici casi di violazione di cui è a conoscenza».