Nord Corea, il grido d’allarme raccolto in segreto dalla Bbc: “Confinati in attesa di morire di fame”

15 Giu 2023 11:59 - di Redazione
Nord Corea

Isolati, bloccati in casa e in attesa di morire di fame: è così che stanno vivendo in Nord Corea i sudditi di Kim Jong-un da quando – era esattamente il 27 gennaio del 2020 – in seguito alla pandemia da coronavirus il dittatore comunista ha chiuso i confini del Paese. Da quel giorno i cittadini sono stati confinati nelle città e nei villaggi, senza nessuna possibilità di uscire. I diplomatici e gli operatori umanitari stranieri hanno lasciato il Paese. Mentre le guardie di sicurezza hanno l’ordine di sparare a chiunque si avvicini alla frontiera. Oggi, dopi mesi di report segreti e testimonianze anonime raccolte in esclusiva dalla Bbc, la rete britannica denuncia la situazione drammatica in cui versa il Paese nordcoreano e il relativo «buco nero dell’informazione».

Nord Corea, il grido d’allarme dei cittadini raccolto in segreto dalla Bbc

«Siamo bloccati e in attesa di morire di fame». Sono queste alcune delle testimonianze raccolte in esclusiva dalla Bbc, che da mesi è in contatto in segreto con tre persone che vivono in Corea del Nord, consapevoli di rischiare la vita raccontando quanto succede all’interno del Paese, e per questo protette dall’anonimato. È «estremamente raro», ricorda l’emittente britannica, avere contatti con chi vive nel Paese più isolato al mondo. Fame, repressione brutale e nessuna possibilità di fuga sono i tre elementi che meglio descrivono le condizioni di vita in Corea del Nord, sottolinea la Bbc.

«Confinati in attesa di morire di fame»: importazioni bloccate e prezzi alle stelle per cibo che scarseggia

E ancora. «La nostra situazione alimentare non è mai stata così grave», ha detto all’emittente britannica Myong Suk, nome di fantasia. Lei, come la maggior parte delle donne nordcoreane, è la principale fonte di reddito della famiglia. Quasi inutili, infatti, i salari minimi che gli uomini guadagnano nei loro lavori statali obbligatori. «Stiamo vivendo in prima linea la vita», racconta, dicendo di dover respingere i vicini che le chiedono cibo e di servire mais a colazione per il marito e i figli, dato che il riso bianco non è più a disposizione.

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